Tre Donne di Francesco Ricci

Tre Donne di Francesco Ricci presentato da Mariangela Colella alla Libreria Mondadori di Siena

Vi proponiamo oggi un articolo dedicato al libro Tre Donne di Francesco Ricci ed edito dalla Nuova Immagine editrice uscito su La Voce del Campo di giovedì 15 Ottobre 2015 N.16 a firma Carlo Fini.

Una grande partecipazione di pubblico, anche giovanile, intensamente coinvolto, una sapiente introduzione dell’autore, una avvincente presentazione di Mariangela Colella: ecco tre elementi che hanno reso estremamente piacevole e interessante l’illustrazione del volume Tre Donne di Francesco Ricci, “Tre donne. Anna Achmatova, Alda Merini, Antonia Pozzi”, edito da Nuova Immagine (Siena, 2015), che ha avuto luogo alla Libreria Mondadori.

 

Tre Donne di Francesco Ricci
Tre Donne di Francesco Ricci

Lo studioso è docente di Italiano e Latino nel Liceo Classico “Piccolomini” della nostra città e si è segnalato per molti e penetranti saggi, in particolar modo sulla poesia contemporanea. Delle molte pubblicazioni di Francesco Ricci, ci limitiamo a ricordare le più recenti: “Un inverno in versi”, “Da ogni dove e in nessun luogo” e “Occhi belli di luce”. Così il protagonista ha lumeggiato le ragioni più profonde che lo hanno sollecitato a questa nuova e originale opera: “A una prima lettura – afferma Ricci – “Tre donne” è un libro sulla vita e sul dolore. La vita di tre tra le più grandi poetesse del Novecento, quali furono Anna Achmatova (1889- 1966), Alda Merini (1931-2009), Antonia Pozzi (1912-1938). Il dolore che a un certo punto si insinuò nelle loro esistenze, senza mai più abbandonarle completamente, costringendo perfino una di loro, Antonia Pozzi, a darsi la morte a soli ventisei anni. La rievocazione di un episodio biografico fondamentale (l’incontro dell’Achmatova con Isaiah Berlin nella Russia di Stalin, l’internamento della Merini nell’ospedale psichiatrico milanese Paolo Pini, la contrastata storia d’amore della Pozzi con il suo professore di liceo) diviene l’occasione sia per rischiarare le profondità nascoste dell’animo delle tre donne, sia per comprendere la genesi di liriche straordinarie […]. “Tre donne”, però, non è, né vuole essere un libro che parla soltanto di sconfitte, di rassegnazione, di rovine, di attese deluse, di disincanto.

Infatti, nel momento stesso in cui mostra quanto intensa possa e sappia essere la sofferenza che la Storia e gli uomini infliggono e s’infliggono, “Tre donne” celebra anche la forza di resistenza della poesia, della scrittura, del canto, visti come estremi baluardi dinanzi al dilagare dell’insensatezza e della violenza”. E’ toccato poi a Mariangela Colella – laureata in Lettere con una tesi su Federigo Tozzi e amica di poeti e critici contemporanei, da Luigi Baldacci a Cesare Garboli, da Mario Luzi a Franco Fortini – il compito di commentare i momenti più significativi del suo approccio al volume Tre Donne di Francesco Ricci. “Quando l’Autore, Francesco Ricci – esordisce Colella – mi ha chiesto di presentare il suo ultimo libro intitolato “Tre donne”, ho accettato con gioia ed entusiasmo e non solo per la stima profonda che nutro nei suoi confronti e per l’amicizia che ci lega, ma anche – e soprattutto – perché sin dalla lettura delle prime pagine – oserei dire della prima pagina – ho avuto la netta impressione di trovarmi davanti ad un testo profondamente originale ed intrigante […]. Non volendo fare una presentazione accademica e tradizionale, preferirei presentare queste tre donne dando spazio e voce alle loro parole, alla loro poesia”. La presentatrice ha ritenuto di cogliere l’intimità più profonda del loro essere attraverso l’espressività di alcune loro liriche, magistralmente lette. A questo punto la dottoressa Colella ha citato anche altri testi del libro, commentandoli sapientemente e ricordando una sagace metafora usata da Luigi Baldacci per Federigo Tozzi, parlando del “Paguro Bernardo”. Ha acutamente sottolineato che non a caso l’autore ha voluto intitolare il libro Tre Donne di Francesco Ricci e non tre poetesse: “Si può pensare che queste tre donne siano anche il pretesto per parlare di altro: dell’amicizia, dell’amore, della solitudine, dell’abbandono, delle soddisfazioni e delle delusioni che la vita inevitabilmente riserva”. “Stasera – prosegue Colella – sarò una relatrice un po’ anomala, ma spero non fuori dalle righe, perché credo che la cosa più importante sia cercare di trasmettere l’emozione profonda che questo piccolo capolavoro – che va dritto al cuore e fa vibrare le corde dell’anima – ha suscitato dentro di me”.

Come ha scritto giustamente Giacomo Debenedetti occorre che il critico sia anche uno scrittore. Infatti il libro è il racconto di una personalissima lettura che intreccia tre esperienze di vita e di creazione poetica. Come afferma Mariangela Colella, nelle diverse ed alterne vicende delle tre donne “si può rintracciare un comun denominatore: la poesia – sia pure in diversi modi – rivela la sua funzione salvifica ed eternatrice di foscoliana memoria”. Infine, dichiara: “Mi piace concludere con una frase spesso ricordata da Gianni Scalia, il professore con il quale mi sono laureata: “La poesia non serve a vivere, ma aiuta a sopportare la vita”. Ecco ‘l’abisso e l’incanto’ di queste tre poetesse e del libro Tre Donne di Francesco Ricci aiutano veramente molto”. Inserendoci anche noi in un così approfondito dialogo, ci piace riferirci a Francesco Ricci dedicandogli la citazione da Tolstoj: “L’arte è un’attività umana il cui fine è la trasmissione ad altri dei più eletti e migliori sentimenti a cui gli uomini abbiano saputo assurgere”.

La Voce del Campo Tre Donne
La Voce del Campo Tre Donne di Francesco Ricci

Grazie a La Voce del Campo

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