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Giochi da museo : giocattoli etruschi a Perugia

I giochi e i giocattoli dei bambini e delle bambine dell’Italia etrusco-italica e poi romana sono al centro della mostra “ Giochi da museo “, allestita nel Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, a Perugia.

Lungo il percorso espositivo si possono osservare sia giocattoli che immagini di giochi raffigurati, per esempio, su vasi e su specchi: un insieme che riesce a restituire la rilevanza che già nell’antichità gli aspetti ludici avevano nella formazione dei piú piccoli.

Diversi giocattoli rinvíano ad alcuni ancora presenti nel nostro tempo: è il caso di bambole, oggetti miniaturistici, trottole, sonagli, dadi, palline, animaletti.

Mostra Giochi da Museo – trottola

Tra i reperti selezionati per Giochi da museo , spicca, per esempio, una trottola in ceramica figurata che proviene da via della Cava a Orvieto. Essa presenta una forma biconica schiacciata ed è decorata da linee, tralci vegetali con foglie d’edera e palline. Indagini radiologiche hanno mostrato che, al suo interno, sono presenti otto sassolini che avevano la funzione di assicurare effetti sonori mentre la trottola era in movimento. Può essere datata tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C.

Una testimonianza di età romana particolarmente significativa è rappresentata dagli oggetti di una casa per bambole appartenuta alla piccola Iulia Graphis. Essi provengono dal corredo funerario della sua tomba rinvenuta in una delle necropoli di Brescello (l’antica Brixellum).

I tredici oggetti in piombo, databili nella prima metà dei Il secolo d.C., riproducono elementi del mobilio, suppellettili e stoviglie: si possono segnalare una cathedra supina, . ovvero una sedia per una donna di rango, un tavolino per il banchetto (mensa tripes), un appoggio per contenitori delle vivande (repositorium), o, ancora, un tegame con coperchio, una brocchetta, una lucerna.

Singolare è anche un bronzetto proveniente da Cascia e raffigurante un bambino che tiene una palla appoggiata sul fianco, in attesa d’iniziare a giocare: il manufatto sembra potersi datare nel I secolo a.C.

« Giochi da museo »
Perugia, Museo Archeologico Nazionale dell’Umbrìa
fino al 17 aprile

Dove e quando:

« Giochi da museo »
Perugia, Museo Archeologico Nazionale dell’Umbrìa
fino al 17 aprile

Orario tutti i giorni, 8,30-19,30

Info tel. 075 5727141;
http://polomusealeumbria.beniculturali.it

Articolo tratto da Archeo febbraio 2017

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Incontri al museo con Città e Necropoli d’Etruria

Venerdì 8 aprile sarà presentato presso il Museo Archeologico Nazionale di Orvieto, in occasione di Incontri al museo 2016, l’edizione integrale italiana di Città e Necropoli d’Etruria di George Dennis

Venerdì 8 aprile 2016, alle ore 16,30 circa, sarà presentato il libro Città e Necropoli d’Etruria ad Orvieto presso il Museo Archeologico Nazionale in occasione di Incontri al Museo. La conferenza sarà tenuta da Giuseppe Maria Della Fina, direttore scientifico della Fondazione per il Museo “C. Faina” e docente a contratto di Etruscologia presso l’Università degli Studi dell’Aquila,  firma di una delle principali riviste di archeologia in Italia:  “Archeo”.

Incontri al Museo, Città e Necropoli d'Etruria a Orvieto
Incontri al Museo, Città e Necropoli d’Etruria a Orvieto

Non si ferma quindi il viaggio in terre etrusche per Città e Necropoli d’Etruria, testo curato da Silvia Nerucci ed Elisa Chiatti, tradotto da Domenico Mantovani. Il volume è la prima edizione integrale  italiana di The Cities and Cemeteries of Etruria di George Dennis, grande archeologo ed esploratore britannico, che nell’Ottocento dedicò una fetta rilevante della sua vita alla scoperta dei luoghi etruschi. L’ edizione edita dalla Nuova Immagine Editrice di Siena è composta in  due volumi distinti ma indivisibili, per più di 1200 pagine complessive e può essere considerato un vero e proprio classico dell’etruscologia e un sorprendente libro di viaggio.

Programma Incontri al Museo

Museo Archeologico Nazionale di Orvieto (Piazza  del Duomo, 05018 Orvieto):

11 marzo – Simonetta Stopponi, Il luogo “celeste” degli Etruschi.
Al termine, presentazione dei nuovi reperti.
8 aprile – Giuseppe Maria Della Fina, George Dennis e il suo racconto di Orvieto.
Presentazione della prima edizione integrale italiana della sua opera Città e necropoli d’Etruria.Siena, Nuova Immagine, 2015.
20 maggio – Paolo Bruschetti, Sotto S. Andrea: un incunabolo dell’archeologia orvietana.
Al termine, visita guidata.
10 giugno – Claudio Bizzarri, Orvieto ipogea e le recenti indagini archeologiche.
Al termine, visita guidata.

Tutti gli incontri inizieranno alle ore 16.30

 

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Reperti etruschi trafugati tornano in Italia

Tornano in Italia 15 casse di reperti etruschi trafugati e in seguito rintracciati in Svizzera. Ginevra li restituirà insieme a due sarcofaghi trafugati da scavi clandestini in Umbria e Lazio – TUTTE LE FOTO

Le vestigia, hanno scoperto i carabinieri, sono rimaste anni nel porto franco di La Praille grazie alla copertura di una società offshore. Per i pm ginevrini, dietro c’è un mercante d’arte britannico, ma il suo nome è top secret. Sarcofagi, monete, vasi di terracotta e busti. In tutto 45 contenitori pieni di reperti etruschi trafugati provenienti da scavi clandestini, messi a segno anche nelle terre etrusche di Cerveteri e Tarquinia, stanno per rientrare a casa dalla Svizzera. Questi tesori per 15 lunghi anni sono rimasti in un magazzino nel centro di Ginevra, nascosti all’interno di alcune scatole contrassegnate con il nome di una società off-shore e probabilmente destinate ad un mercante inglese, già coinvolto in traffici illeciti di materiale archeologico come accertato dalle autorità svizzere.

Reperti etruschi trafugati. Uno dei pezzi recuperati: un eccezionale sarcofago etrusco raffigurante un uomo disteso. © Ministère public genevois
Reperti etruschi trafugati. Uno dei pezzi recuperati: un eccezionale sarcofago etrusco raffigurante un uomo disteso. © Ministère public genevois

Le indagini sono scattate dopo un’inchiesta della procura di Ginevra nel marzo del 2014, su segnalazione di carabinieri e polizia in Italia. In particolare gli investigatori si erano attivati in seguito ad un sequestro di due sarcofagi etruschi, rappresentanti un uomo e una donna sdraiati su un fianco. Questi “gioielli” sono rarissimi e risalirebbero al secondo secolo prima di Cristo. La caccia ai clandestini ha portato al ritrovamento dei pezzi archeologici di grandissimo valore. «Subito è stato contattato un esperto italiano – riportano dall’associazione “Antica Viae” – che si è recato sul posto constatando appunto che gli oggetti proverrebbero da scavi illeciti perpetrati soprattutto in necropoli nell’ex territorio etrusco, ora le regioni del Lazio e dell’Umbria, già oggetto di indagini della polizia italiana».

Particolare di un reperto etrusco recuperato a Ginevra © Ministère public genevois
Particolare di un reperto etrusco recuperato a Ginevra © Ministère public genevois

La notizia da poche ore è stata diffusa anche tramite un articolo apparso sul sito inglese “The Telegraph”. I rappresentanti del comune etrusco potrebbero presto mettersi in contatto con la Sovrintendenza per capire quali oggetti siano originari di Cerveteri e per tentare in un secondo momento di riportarli a casa per essere esibiti nel Museo archeologico di piazza Santa Maria. Nell’ultimo anno i visitatori in città sono aumentati a dismisura per l’arrivo del Cratere di Eufronio e della Coppa Kylix.

 

Ecco le foto dei reperti etruschi trafugati

Un particolare del sarcofago etrusco con figura maschile distesa. © Ministère public genevois
Un particolare del sarcofago etrusco con figura maschile distesa. © Ministère public genevois
Un reperto recuperato a Ginevra © Ministère public genevois
Un reperto recuperato a Ginevra © Ministère public genevois
Un particolare di un vaso recuperato © Ministère public genevois
Un particolare di un vaso recuperato © Ministère public genevois
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La tomba etrusca di Città della Pieve

La tomba etrusca di Città della Pieve. L’antico popolo italico credeva nella sopravvivenza dei defunti. Che i cadaveri fossero inumati o ridotti in cenere, la funzione dei riti era sempre quella di avvicinare la casa dei morti alla casa dei vivi. Un esempio

Incombenze autunnali e un trattore nel campo, poi il terreno che cede. Consueta cronaca di una scoperta archeologica che ha messo in subbuglio Città della Pieve, piccolo centro della provincia di Perugia, noto principalmente per essere la città natale di Pietro Vannucci, meglio conosciuto come il Perugino. Si tratta della tomba etrusca di Città della Pieve, di cui è in corso lo scavo, contenente sarcofagi e urne cinerarie. Indubbiamente un fatto insolito, dato che il luogo non aveva mai restituito testimonianze analoghe. La continuità di vita dal Medioevo all’età moderna è infatti leggibile nel tessuto urbano della città, mentre non rimangono tracce tangibili del passato etrusco, fortemente legato alla vicina Chiusi, al cui ambiente culturale deve nel complesso riferirsi. Sono noti rinvenimenti prevalentemente ottocenteschi di tombe con urne funerarie, però disperse in vari musei, e reperti di particolare pregio come l’urna in alabastro dipinto con coppia maritale banchettante da Butarone, collina a nordovest del centro abitato, databile all’inizio del IV sec. a.C., ora al Museo archeologico nazionale di Firenze. Un altro singolare monumento etrusco, conservato proprio a Città della Pieve, all’interno di Palazzo della Corgna, è l’obelisco in arenaria del V sec. a.C., da riferire ad ambiente sacro come la mezzaluna in bronzo, ora al Museo Gregoriano Etrusco, con elegante iscrizione incisa in caratteri chiusini della fine del VI sec. a.C.

La tomba etrusca di Città della Pieve
La tomba etrusca di Città della Pieve

La natura etrusca di Città della Pieve è dunque riemersa, grazie a un importante rinvenimento del tutto casuale e simile nella dinamica a tante scoperte fortuite più o meno vicine: la  tomba etrusca di Città della Pieve. Così era accaduto a Perugia nel 1983, in località Monteluce, in occasione della scoperta della tomba dei Cutu, che ha restituito un sarcofago in arenaria e 50 urne in travertino. Con le stesse modalità si è dunque verificato il rinvenimento della tomba in località San Donnino, poco lontano dal torrente Chiani, l’antico Clanis che aveva costituito il limite territoriale, già in età arcaica, tra le sfere di influenza delle città etrusche del nord (Arezzo, Cortona) e Chiusi a sud. La sepoltura di Città della Pieve mostra un lungo dromos (corridoio) di accesso e una chiusura costituita da una porta in travertino a due battenti. All’interno è visibile un sarcofago in pietra, appoggiato alla parete di fondo, un altro con resti di stucco, lungo la parete destra, oltre a urne di marmo con personaggi maschili semisdraiati, ornati di collane conviviali, che poggiano con il braccio sinistro su due cuscini e tengono nella mano destra una patera (sorta di piattello per libagioni) ombelicata.

I due sarcofagi sono lisci: il primo, in arenaria, reca un’iscrizione sulla cassa che lo individua come appartenente a una famiglia chiusina, ed è con ogni probabilità riferibile al fondatore della etrusca di Città della Pieve, secondo un uso ben documentato non solo a Chiusi, ma anche nella non lontana Perugia. Anche l’altro sarcofago, dalla superficie stuccata, come già attestato nella Tomba della Pellegrina, reca tracce di caratteri etruschi, che una volta letti potranno fornire ulteriori informazioni sulla genealogia della famiglia di appartenenza. Nella tomba etrusca di Città della Pieve coesistono quindi due riti funerari: l’inumazione, che in ambiente chiusino riprende alla fine del IV sec. a.C. e che, entro sarcofago liscio, in molti casi accoglie le prime generazioni di inumati in tombe di livello gentilizio; e la cremazione, che interessa le urne riferibili a personaggi maschili, che nel caso del ritratto sul cinerario deposto lungo la parete sinistra è ben inquadrabile nella più antica produzione chiusina del III sec. a.C.

Città della Pieve e gli etruschi
Città della Pieve e gli etruschi

In Etruria il culto dei morti ha sempre assunto un rilievo particolare e una precisa ritualità, che si manifesta a seconda dei luoghi e dell’ambito culturale. Il significato ideologico fondamentale è però sempre il medesimo: la sopravvivenza del defunto nell’aldilà accompagnato dai beni che da vivo definivano il suo stato sociale. Tra gli Etruschi i riti dell’incinerazione e dell’inumazione coesistono, rispettivamente con deposizioni entro urne di travertino, marmo, terracotta (Perugia, Volterra, Chiusi) e in sarcofagi (Tarquinia, Tuscanica, Chiusi) con il coperchio che spesso riproduce le sembianze del defunto o su letti funebri all’interno delle tombe.

Spesso epigrafi contenenti il nome del defunto e del suo nucleo familiare sono incise o dipinte sul coperchio o sulla cassa di urnette cinerarie, analogamente su alcuni sarcofagi di personaggi di rango elevato troviamo iscrizioni che ne ricordano la funzione sociale, come nel caso di Laris Pulena, personaggio di rango nella Tarquinia del III sec. a.C. e scrittore di aruspicina. Le necropoli etrusche sono tra le più estese del mondo antico e l’architettura funeraria, nonostante le varietà regionali e cronologiche, mantiene vivo il concetto di avvicinare la casa dei morti alla casa dei vivi.

Cerveteri documenta in modo chiaro lo sviluppo dell’architettura funeraria etrusca dall’inizio del VII sec. a.C. Le tombe più antiche sono di tipo articolato, con elementi decorativi e letti funebri scavati nel tufo. Dalla metà del VI sec. a.C. il numero degli ambienti pian piano diminuisce, fino a diventare un’unica stanza e ai letti si sostituiscono le panchine lungo le pareti. Caratteristica invece della città di Tarquinia è la costante presenza di tombe dipinte dall’età più antica fino all’ellenismo, definite da Massimo Pallottino, primo docente di Etroscologia alla Sapienza di Roma, «il primo capitolo della storia della pittura italiana».

Particolare è poi il caso di Volsinii con la necropoli di Crocefisso del Tufo, cronologicamente omogenea, organizzata secondo spazi uniformi dettati dall’autorità cittadina a dimostrazione della presenza di una classe sociale compatta che ha nel commercio e nell’artigianato le principali fonti di ricchezza. Nel periodo ellenistico sono due le concezioni di tomba che prevalgono: una che riproduce la casa signorile, secondo l’orientamento delle aristocrazie delle grandi città, e di cui l’ipogeo dei Volumni di Perugia è l’esempio più chiaro, l’altra che privilegia l’aspetto esterno del monumento, come è evidente nei centri della cosiddetta Etruria rupestre (Blera, Norchia, Sovana).

La tomba etrusca di Città della Pieve, che ben si inserisce all’interno delle necropoli rinvenute nell’agro chiusino, non è però, allo stato attuale delle indagini, riferibile a una specifica tipologia. Solo a scavo concluso e dopo aver esaminato gli eventuali elementi di corredo sarà infatti possibile avanzare ipotesi precise anche sull’intero contesto e sulla famiglia di appartenenza.

Articolo sulla tomba etrusca di Città della Pieve tratto dal Corriere della Sera La Lettura di Marisa Scarpignato lavora come archeologa presso la Soprintendenza Archeologia dell’Umbria

 

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Fanum Voltumnae, il Luogo Celeste

Prenderà il via a luglio una nuova campagna di scavi in quello che viene identificato come il Fanum Voltumnae

Sul Campo della Fiera sono all’opera studenti di atenei italiani e stranieri per apprendere le tecniche di indagine archeologica, rilievo e classificazione dei materiali e per consentire il completamento dello scavo. Le ricerche archeologiche, condotte su concessione ministeriale dall’Università di Perugia e dirette da Simonetta Stopponi, fanno parte di un progetto che vede in campo a vario titolo Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Comune di Orvieto, Opera del Duomo di Orvieto, Protezione civile.

Per saperne di più sulle tecniche di scavo archeologico in sicurezza consulta il nostro libro:

Scavare in Sicurezza
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http://nielibrionline.it/i-taccuini-dellileai/1511-scavare-in-sicurezza.html

Negli ultimi anni, in particolare, alcune attività sono indirizzate anche verso la valorizzazione dell’area ai fini di una migliore fruibilità delle evidenze archeologiche. Prenderà il via a luglio, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, nell’area archeologica di Campo della Fiera, una nuova campagna di scavi in quello che viene identificato come il Fanum Voltumnae , il celebre santuario federale noto agli etruschi come “luogo celeste”; mentre ad agosto si presume ritorni “Sotto il cielo degli Etruschi. Notte bianca al Fanum Voltumnae”, con la suggestiva e imperdibile visita guidata notturna durante la campagna. Di notevole interesse, i risultati finora ottenuti che documentano l’importanza storica di un luogo che dal VI secolo a.C. fu sede del santuario federale etrusco e venne ristrutturato in epoca romana, per poi continuare a vivere in epoca cristiana e medievale. La funzione di luogo sacro ebbe dunque lunghissima vita e perdurò per circa 2000 anni, fino alla Peste Nera del 1348. Negli scorsi anni i lavori hanno portato alla luce strutture di edifici sacri etruschi, depositi votivi con frammenti di statue, ceramiche greche offerte al santuario Fanum Voltumnae, mosaici romani e tombe cristiane. Alcuni tra i più importanti materiali sono esposti presso il Museo archeologico nazionale di Orvieto. Fra questi reperti emerge la base di una statua con iscrizione dedicatoria che rivela il suggestivo nome con cui gli Etruschi chiamavano il sito Fanum Voltumnae, ovvero luogo celeste. Da non perdere infine la visita al Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano. In collaborazione fra loro, otto Comuni dell’ambito orvietano (Allerona, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Montegabbione, Orvieto, Parrano, Porano, San Venanzo), unitamente alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, alla Regione Umbria ed alla Provincia di Terni, hanno da tempo progettato il cosiddetto Paao, organismo che ha lo scopo di tutelare, valorizzare e gestire l’immenso patrimonio storico-archeologico e paesaggistico-ambientale che caratterizza l’intera area del comprensorio.

Fanum Voltumnae
Fanum Voltumnae

“Una vasta area spazialmente omogenea – spiega il direttore Claudio Bizzarri – caratterizzata anche da peculiarità proprie e suscettibile di essere rapidamente integrata con nuove adesioni utili per la messa a rete di un ampio distretto. Dal punto di vista ambientale si passa dal comparto d’origine vulcanica del quale la rupe d’Orvieto ne rappresenta la massima espressione, alle alture del massiccio del Monte Peglia, connotate da calcari incisi da profonde forre. Il carico culturale che il territorio si porta appresso è veramente infinito, dato l’interesse che il Paao dedica anche a tutte quelle forme che compongono una variegatissima e ricchissima realtà storica”. In cima a tutto, la valorizzazione dei beni mobili ed immobili e delle aree aventi valore archeologico, storico, artistico, ambientale.

Il territorio di Orvieto è ricco di storia etrusca, leggi i nostri libri per saperne di più:

Magica Etruria – Orvieto e Perugia di Mario Bizzarri

Magica Etruria - Orvieto e Bolsena
Magica Etruria – Orvieto e Bolsena

http://nielibrionline.it/archeologia/1597-magica-etruria.html

Orvieto e Bolsena di George Dennis, a cura di Giuseppe M. della Fina

Orvieto e Bolsena - Città e Necropoli d'Etruria
Orvieto e Bolsena – Città e Necropoli d’Etruria

http://nielibrionline.it/dh-lawrence-e-george-dennis/1245-orvieto-bolsena.html

Nell’attesa, i riflettori sono puntati sul sito archeologico di Coriglia, da cui affiorano nuove importanti scoperte. Il Paao, d’intesa con il St Anselm College, l’Institute for Mediterranean Archaeology e il Comune di Castel Viscardo organizza per domani alle 18 una visita guidata al sito. I risultati della campagna di scavo saranno illustrati, invece, alle 21.30 in piazza dello Statuto, a Monterubiaglio, dai codirettori dello scavo Claudio Bizzarri e David B. George. Due, intanto, le iniziative che arrivano a conclusione del programma estivo della University of Arizona presso il Centro studi città di Orvieto. Si tratta del progetto di collaborazione fra due studiosi di letteratura italiana e un artista visivo che viene presentato oggi alle 18.30 al palazzo dei Sette da Fabian Alfie e Aileen A.Feng. “I due docenti di letteratura medievale e rinascimentale – anticipa Bizzarri -hanno curato la prima edizione in lingua inglese delle opere del poeta e barbiere Domenico di Giovanni, detto il  Burchiello, vissuto dal 1404 al 1449, i cui versi sono portati a modello della poesia comica. Valore aggiunto dell’iniziativa è la mostra di acqueforti e disegni dell’artista David Christiana, sempre dell’University of Arizona e direttore della Scuola d’Arte che ha tradotto visivamente le suggestioni linguistiche del Burchiello”. La mostra sarà visitabile fino a venerdì, in occasione della presentazione degli elaborati realizzati dagli studenti, alcuni dei quali verranno selezionati per poi promuovere il programma“Arizona in Italy” e la città di Orvieto.

 

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Experience Etruria

Etruschi in primo piano grazie a “Experience Etruria“, il progetto che coinvolge 17 comuni di Lazio, Umbria e Toscana, finalizzato ad attrarre nella “terra di mezzo” i visitatori dell’Expo di Milano. Experience Etruria proporrà una totale immersione nel mondo degli etruschi con 4 percorsi sensoriali tra natura e storia, mostre ed eccellenze del territorio dell’Etruria. E per la Tuscia viterbese si apre un’inedita occasione di promuovere il suo patrimonio storico, grazie a otto “mostre diffuse” organizzate dalla soprintendenza per l’Archeologia del Lazio e dell’Etruria meridionale diretta da Alfonsina Russo.

Viterbo ed Orvieto sono le città di riferimento del progetto Experience Etruria alle quali si sono aggiunte Cerveteri, Tarquinia, Tuscania, Bolsena, Montalto di Castro, Canino, Grosseto, Manciano, Scansano, Castiglione della Pescaia, Chiusi, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Montepulciano e Murlo.

www.experiencetruria.it 

Experience Etruria
Experience Etruria

Ecco elencate qui di seguito alcune mostre che prenderanno vita grazie al progetto Experience Etruria.

Il Museo Archeologico di Tarquinia, propone “Il mare si fa oro. Eracle e il sale”, con l’esposizione di un ricco corredo di metalli per la cottura delle carni “insaporite” con il sale ed usate nel banchetto. La mostra insisterà su tre elementi: Eracle, il sale e la cucina, l’allevamento degli animali. Saranno dunque in esposizione vasi figurati con il tema di Eracle da un lato, e dall’altro immagini di animali da allevamento. Altri oggetti legati alla cucina e al banchetto completeranno il quadro. La mostra resterà aperta fino al 31 ottobre.

Al Museo Archeologico Nazionale di Vulci (Castello dell’ Abbadia, dal 4 giugno), in rassegna “Frutti d’oro e d’argento. La spiga e l’ulivo”, con l’obiettivo di far affiorare l’aspetto reale e simbolico dell’uso di questi prodotti. Gli ingredienti base nell’antichità erano la spiga l’ulivo i cereali e l’olio, ma erano anche i simboli della condizione umana rispetto al mondo sacro. Il percorso prevede l’esposizione di manufatti che mostrino i vari aspetti dell’uso dell’olio nell’età antica: produzione e distribuzione, alimentazione, illuminazione e la creazione di profumi. (Scopri di più su Vulci e gli etruschi http://nielibrionline.it/dh-lawrence-e-george-dennis/1246-vulci-canino-ischia-farnese.html )

Al Museo del Complesso di S. Francesco di Canino (4 giugno), “Cibi etruschi al microscopio”, dedicata alle scienze applicate all’archeologia, indispensabili a far luce sulla conoscenza degli antichi usi alimentari. La mostra che si terrà a Canino e che trova dimora nel bellissimo complesso di San Francesco, è dedicata alle scienze applicate all’archeologia e a quanto esse possano metterci a conoscenza sugli usi alimentari del tempo.

A Tuscania, Museo Archeologico (6 giugno), “Il paesaggio immaginario. Leoni, sfingi e ippocampi”, mostra dedicata al paesaggio antico, quello reale e mentale, popolato dagli animali, veri o fantastici, di tradizione orientalizzante, rielaborati nella scultura funeraria come nei piccoli oggetti d’uso. Sarà inoltre presente una finestra sul successo di tali iconografie, in particolare del leone, nei secoli successivi, fino al periodo medievale.              (Scopri di più su Tuscania e gli etruschi http://nielibrionline.it/dh-lawrence-e-george-dennis/1244-tuscania.html )

Al Forte Sangallo di Civita Castellana (11 giugno), “Il sacro che scorre. I riti dell’acqua” che passa in rassegna opere dei Falisci: santuari sulle sponde dei fiumi, doni votivi sul greto dei fossi, strutture idriche legate a culti particolari.

Nel capoluogo, alla Rocca Albornoz (12 giugno), la mostra “In alto i kantharoi”, con i riflettori puntati sulla celebre lastra di Acquarossa con rappresentazione di banchetto, sul kantharos della tomba della Biga, sui vasi attici della collezione Cima Pesciotti.

Lastra di Acquarossa
Lastra di Acquarossa

Ancora a Viterbo, al Museo Civico Luigi Rossi Danielli , “Gli Etruschi dal volto di pietra”, il cui tema è il paesaggio naturale con il tufo e il nenfro dei 35 sarcofagi presenti in Museo. (Scopri di più su Viterbo e gli etruschi http://nielibrionline.it/dh-lawrence-e-george-dennis/1501-orte-monte-cimino-viterbo-ferento-bomarzo-montefiascone.html )

E per finire, il Museo di Bolsena (dal 25 luglio), con una mostra sui materiali votivi del santuario di Pozzarello, in cui si svolgevano rituali in onore di divinità per il buon esito dei lavori agricoli. (Scopri di più su Bolsena e gli etruschi http://nielibrionline.it/dh-lawrence-e-george-dennis/1245-orvieto-bolsena.html )

Come preannunciato all’inizio, fulcro di Experience Etruria saranno anche i 4 percorsi multisensoriali previsti dal progetto; percorsi che saranno legati fortemente alle eccellenze agroalimentari del luogo:  le vie dell’acqua, le vie del vino e del sale, le vie dell’olio e del grano e le vie dei boschi. Le degustazioni in programma avranno lo scopo di trasportare i turisti in un’esperienza multisensoriale che coinvolgerà tutti i sensi.

etruschi

Lungo gli itinerari di Experience Etruria saranno organizzate numerose mostre diffuse.
Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma presenta fino al 31 ottobre “Nettare e ambrosia. Il cibo degli Dei”, al Museo Civico di Viterbo il già citato “In alto i kantharoi. Gli etruschi dal volto di pietra”, mentre a Grosseto al Museo Archeologico e d’Arte della Maremma è in programma “La giusta misura: il simposio, l’aristocrazia, il vino in Etruria”.

Dulcis in fundo del progetto Experience Etruria, la proiezione di un film di animazione 3D che racconterà i percorsi multisensoriali insieme alla ragazza etrusca Ati già protagonista di un cartone di successo. Il film sarà presentato a fine maggio al padiglione Italia di Expo.

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