Venerdì 8 aprile sarà presentato presso il Museo Archeologico Nazionale di Orvieto, in occasione di Incontri al museo 2016, l’edizione integrale italiana di Città e Necropoli d’Etruria di George Dennis
Venerdì 8 aprile 2016, alle ore 16,30 circa, sarà presentato il libro Città e Necropoli d’Etruria ad Orvieto presso il Museo Archeologico Nazionale in occasione di Incontri al Museo. La conferenza sarà tenuta da Giuseppe Maria Della Fina, direttore scientifico della Fondazione per il Museo “C. Faina” e docente a contratto di Etruscologia presso l’Università degli Studi dell’Aquila, firma di una delle principali riviste di archeologia in Italia: “Archeo”.
Incontri al Museo, Città e Necropoli d’Etruria a Orvieto
Non si ferma quindi il viaggio in terre etrusche per Città e Necropoli d’Etruria, testo curato da Silvia Nerucci ed Elisa Chiatti, tradotto da Domenico Mantovani. Il volume è la prima edizione integrale italiana di The Cities and Cemeteries of Etruria di George Dennis, grande archeologo ed esploratore britannico, che nell’Ottocento dedicò una fetta rilevante della sua vita alla scoperta dei luoghi etruschi. L’ edizione edita dalla Nuova Immagine Editrice di Siena è composta in due volumi distinti ma indivisibili, per più di 1200 pagine complessive e può essere considerato un vero e proprio classico dell’etruscologia e un sorprendente libro di viaggio.
Programma Incontri al Museo
Museo Archeologico Nazionale di Orvieto (Piazza del Duomo, 05018 Orvieto):
11 marzo – Simonetta Stopponi, Il luogo “celeste” degli Etruschi.
Al termine, presentazione dei nuovi reperti. 8 aprile – Giuseppe Maria Della Fina, George Dennis e il suo racconto di Orvieto.
Presentazione della prima edizione integrale italiana della sua opera Città e necropoli d’Etruria.Siena, Nuova Immagine, 2015. 20 maggio – Paolo Bruschetti, Sotto S. Andrea: un incunabolo dell’archeologia orvietana.
Al termine, visita guidata. 10 giugno – Claudio Bizzarri, Orvieto ipogea e le recenti indagini archeologiche.
Al termine, visita guidata.
Prenderà il via a luglio una nuova campagna di scavi in quello che viene identificato come il Fanum Voltumnae
Sul Campo della Fiera sono all’opera studenti di atenei italiani e stranieri per apprendere le tecniche di indagine archeologica, rilievo e classificazione dei materiali e per consentire il completamento dello scavo. Le ricerche archeologiche, condotte su concessione ministeriale dall’Università di Perugia e dirette da Simonetta Stopponi, fanno parte di un progetto che vede in campo a vario titolo Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Comune di Orvieto, Opera del Duomo di Orvieto, Protezione civile.
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Negli ultimi anni, in particolare, alcune attività sono indirizzate anche verso la valorizzazione dell’area ai fini di una migliore fruibilità delle evidenze archeologiche. Prenderà il via a luglio, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, nell’area archeologica di Campo della Fiera, una nuova campagna di scavi in quello che viene identificato come il Fanum Voltumnae , il celebre santuario federale noto agli etruschi come “luogo celeste”; mentre ad agosto si presume ritorni “Sotto il cielo degli Etruschi. Notte bianca al Fanum Voltumnae”, con la suggestiva e imperdibile visita guidata notturna durante la campagna. Di notevole interesse, i risultati finora ottenuti che documentano l’importanza storica di un luogo che dal VI secolo a.C. fu sede del santuario federale etrusco e venne ristrutturato in epoca romana, per poi continuare a vivere in epoca cristiana e medievale. La funzione di luogo sacro ebbe dunque lunghissima vita e perdurò per circa 2000 anni, fino alla Peste Nera del 1348. Negli scorsi anni i lavori hanno portato alla luce strutture di edifici sacri etruschi, depositi votivi con frammenti di statue, ceramiche greche offerte al santuario Fanum Voltumnae, mosaici romani e tombe cristiane. Alcuni tra i più importanti materiali sono esposti presso il Museo archeologico nazionale di Orvieto. Fra questi reperti emerge la base di una statua con iscrizione dedicatoria che rivela il suggestivo nome con cui gli Etruschi chiamavano il sito Fanum Voltumnae, ovvero luogo celeste. Da non perdere infine la visita al Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano. In collaborazione fra loro, otto Comuni dell’ambito orvietano (Allerona, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Montegabbione, Orvieto, Parrano, Porano, San Venanzo), unitamente alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, alla Regione Umbria ed alla Provincia di Terni, hanno da tempo progettato il cosiddetto Paao, organismo che ha lo scopo di tutelare, valorizzare e gestire l’immenso patrimonio storico-archeologico e paesaggistico-ambientale che caratterizza l’intera area del comprensorio.
Fanum Voltumnae
“Una vasta area spazialmente omogenea – spiega il direttore Claudio Bizzarri – caratterizzata anche da peculiarità proprie e suscettibile di essere rapidamente integrata con nuove adesioni utili per la messa a rete di un ampio distretto. Dal punto di vista ambientale si passa dal comparto d’origine vulcanica del quale la rupe d’Orvieto ne rappresenta la massima espressione, alle alture del massiccio del Monte Peglia, connotate da calcari incisi da profonde forre. Il carico culturale che il territorio si porta appresso è veramente infinito, dato l’interesse che il Paao dedica anche a tutte quelle forme che compongono una variegatissima e ricchissima realtà storica”. In cima a tutto, la valorizzazione dei beni mobili ed immobili e delle aree aventi valore archeologico, storico, artistico, ambientale.
Il territorio di Orvieto è ricco di storia etrusca, leggi i nostri libri per saperne di più:
Magica Etruria – Orvieto e Perugia di Mario Bizzarri
Nell’attesa, i riflettori sono puntati sul sito archeologico di Coriglia, da cui affiorano nuove importanti scoperte. Il Paao, d’intesa con il St Anselm College, l’Institute for Mediterranean Archaeology e il Comune di Castel Viscardo organizza per domani alle 18 una visita guidata al sito. I risultati della campagna di scavo saranno illustrati, invece, alle 21.30 in piazza dello Statuto, a Monterubiaglio, dai codirettori dello scavo Claudio Bizzarri e David B. George. Due, intanto, le iniziative che arrivano a conclusione del programma estivo della University of Arizona presso il Centro studi città di Orvieto. Si tratta del progetto di collaborazione fra due studiosi di letteratura italiana e un artista visivo che viene presentato oggi alle 18.30 al palazzo dei Sette da Fabian Alfie e Aileen A.Feng. “I due docenti di letteratura medievale e rinascimentale – anticipa Bizzarri -hanno curato la prima edizione in lingua inglese delle opere del poeta e barbiere Domenico di Giovanni, detto il Burchiello, vissuto dal 1404 al 1449, i cui versi sono portati a modello della poesia comica. Valore aggiunto dell’iniziativa è la mostra di acqueforti e disegni dell’artista David Christiana, sempre dell’University of Arizona e direttore della Scuola d’Arte che ha tradotto visivamente le suggestioni linguistiche del Burchiello”. La mostra sarà visitabile fino a venerdì, in occasione della presentazione degli elaborati realizzati dagli studenti, alcuni dei quali verranno selezionati per poi promuovere il programma“Arizona in Italy” e la città di Orvieto.
Le Vie dei Boschi è l’ultimo itinerario multisensoriale che vi presentiamo del Progetto Experience Etruria
Lasciata alle nostre spalle la costa, bassa e paludosa, e superata la dolce fascia collinare ricoperta di ulivi, l’Etruria meridionale nella sua parte interna, indossava (ed indossa anche oggi) la veste rude e selvaggia del bosco e della macchia.
Distese incontaminate, aspre e fitte, intonate al colore del tufo, erano però densamente popolate, in un sistema piuttosto omogeneo di centri fortificati circondati da notevoli realizzazioni architettoniche rupestri. Una fitta rete di percorsi si irradiava su tutta la regione, la vecchia Etruria, spesso sotto forma di spettacolari tagliate, aperte nel tufo, a dominare le selve aspre, ma anche generose di frutti, come ghiande, nocciole e castagne e di pregiato legname.
La frutta secca (come nocciole, mandorle, noci, ma anche fichi), era del resto sempre presente sulle tavole degli Etruschi, spesso accompagnata con il miele.
Non a caso, come ci racconta Tito Livio, il ricco Arrunte di Chiusi convinse i Galli a conquistare l’Etruria proprio mostrando loro le deliziose primizie offerte dalla terra: vino, olio e, appunto, frutta secca.
Il Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz e il Museo Civico “Rossi Danielli” a VITERBO e il loro racconto delle suggestive necropoli rupestri ancora conservate nel selvaggio territorio circostante. Il sito archeologico di ACQUAROSSA, immerso nella fitta vegetazione a macchia, uno degli eccezionali casi di conservazione di un centro abitato di epoca etrusca.
Le scenografiche tombe rupestri di CASTEL D’ASSO e NORCHIA, scolpite nel tufo di ripide pareti rocciose e immerse in una natura selvaggia e ancora incontaminata: luoghi di viste mozzafiato, con romantiche rovine intrecciate a sfondi naturali di rara bellezza.
Tutto intorno, gli ombrosi boschi di noccioli, che forniscono tutt’oggi un alimento importante già per la dieta degli antichi.
VETRALLA e il santuario di Demetra a Macchia delle Valli, immerso in un magico bosco di cerri e querce, presso una sorgente e ricavato tra le strette fenditure naturali della parete rocciosa. Un’affascinante ricostruzione del santuario, per una reale esperienza a tutto tondo della sacralità del luogo, si trova a Viterbo, al Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz.
BLERA con i suoi boschi, le necropoli rupestri, tra cui quella, celebre, di San Giovenale, le tagliate nel tufo e i resti monumentali del Ponte del Diavolo che sui suoi tre archi scavalca ancora il torrente Biedano.
Il Parco Naturale Regionale di Marturanum a BARBARANO ROMANO, la sua vegetazione lussureggiante e le spettacolari testimonianze rupestri di epoca etrusca, come la necropoli di San Giuliano, con la monumentale tomba della Regina e l’altrettanto suggestiva tomba del Cervo, così chiamata dall’eccezionale scena di lotta tra cervo e lupo raffigurata a bassorilievo sopra la gradinata laterale.
SORIANO NEL CIMINO e il Monte Cimino, già montagna sacra in epoca protostorica, con i secolari e ombrosi castagneti, la faggeta e i resti dell’antica cinta muraria. I monumenti rupestri di epoca etrusco-romana nell’impenetrabile selva domata a fatica dalle legioni romane in guerra con gli Etruschi. La nocciola dei Cimini e la castagna DOP di Vallerano, prodotti dei boschi da sempre presenti nelle tavole degli antichi.
ORVIETO con i boschi di Castel Viscardo e la necropoli delle Caldane. La Faggeta “relitta”, inalterata nei secoli. I sentieri senza tempo del Parco del Monte Peglia e della Selva di Meana. La Necropoli del Vallone di San Lorenzo, pertinente ad uno degli insediamenti fortificati, avamposti dell’antica Orvieto etrusca. Il Sasso Tagliato, grande masso in tufo che si sarebbe aperto miracolosamente per permettere il transito della processione che da Bolsena recava il corporale ad Orvieto: in realtà una tagliata etrusca scavata nella roccia che da Orvieto si addentrava nell’altopiano dell’Alfina.
Ecco la Mappa degli Itinerari di Experience Etruria per Le Vie dei Boschi
Etruschi in primo piano grazie a “Experience Etruria“, il progetto che coinvolge 17 comuni di Lazio, Umbria e Toscana, finalizzato ad attrarre nella “terra di mezzo” i visitatori dell’Expo di Milano. Experience Etruria proporrà una totale immersione nel mondo degli etruschi con 4 percorsi sensoriali tra natura e storia, mostre ed eccellenze del territorio dell’Etruria. E per la Tuscia viterbese si apre un’inedita occasione di promuovere il suo patrimonio storico, grazie a otto “mostre diffuse” organizzate dalla soprintendenza per l’Archeologia del Lazio e dell’Etruria meridionale diretta da Alfonsina Russo.
Viterbo ed Orvieto sono le città di riferimento del progetto Experience Etruria alle quali si sono aggiunte Cerveteri, Tarquinia, Tuscania, Bolsena, Montalto di Castro, Canino, Grosseto, Manciano, Scansano, Castiglione della Pescaia, Chiusi, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Montepulciano e Murlo.
Ecco elencate qui di seguito alcune mostre che prenderanno vita grazie al progetto Experience Etruria.
Il Museo Archeologico di Tarquinia, propone “Il mare si fa oro. Eracle e il sale”, con l’esposizione di un ricco corredo di metalli per la cottura delle carni “insaporite” con il sale ed usate nel banchetto. La mostra insisterà su tre elementi: Eracle, il sale e la cucina, l’allevamento degli animali. Saranno dunque in esposizione vasi figurati con il tema di Eracle da un lato, e dall’altro immagini di animali da allevamento. Altri oggetti legati alla cucina e al banchetto completeranno il quadro. La mostra resterà aperta fino al 31 ottobre.
Al Museo Archeologico Nazionale di Vulci (Castello dell’ Abbadia, dal 4 giugno), in rassegna “Frutti d’oro e d’argento. La spiga e l’ulivo”, con l’obiettivo di far affiorare l’aspetto reale e simbolico dell’uso di questi prodotti. Gli ingredienti base nell’antichità erano la spiga l’ulivo i cereali e l’olio, ma erano anche i simboli della condizione umana rispetto al mondo sacro. Il percorso prevede l’esposizione di manufatti che mostrino i vari aspetti dell’uso dell’olio nell’età antica: produzione e distribuzione, alimentazione, illuminazione e la creazione di profumi. (Scopri di più su Vulci e gli etruschi http://nielibrionline.it/dh-lawrence-e-george-dennis/1246-vulci-canino-ischia-farnese.html )
Al Museo del Complesso di S. Francesco di Canino (4 giugno), “Cibi etruschi al microscopio”, dedicata alle scienze applicate all’archeologia, indispensabili a far luce sulla conoscenza degli antichi usi alimentari. La mostra che si terrà a Canino e che trova dimora nel bellissimo complesso di San Francesco, è dedicata alle scienze applicate all’archeologia e a quanto esse possano metterci a conoscenza sugli usi alimentari del tempo.
A Tuscania, Museo Archeologico (6 giugno), “Il paesaggio immaginario. Leoni, sfingi e ippocampi”, mostra dedicata al paesaggio antico, quello reale e mentale, popolato dagli animali, veri o fantastici, di tradizione orientalizzante, rielaborati nella scultura funeraria come nei piccoli oggetti d’uso. Sarà inoltre presente una finestra sul successo di tali iconografie, in particolare del leone, nei secoli successivi, fino al periodo medievale. (Scopri di più su Tuscania e gli etruschi http://nielibrionline.it/dh-lawrence-e-george-dennis/1244-tuscania.html )
Al Forte Sangallo di Civita Castellana (11 giugno), “Il sacro che scorre. I riti dell’acqua” che passa in rassegna opere dei Falisci: santuari sulle sponde dei fiumi, doni votivi sul greto dei fossi, strutture idriche legate a culti particolari.
Nel capoluogo, alla Rocca Albornoz (12 giugno), la mostra “In alto i kantharoi”, con i riflettori puntati sulla celebre lastra di Acquarossa con rappresentazione di banchetto, sul kantharos della tomba della Biga, sui vasi attici della collezione Cima Pesciotti.
E per finire, il Museo di Bolsena (dal 25 luglio), con una mostra sui materiali votivi del santuario di Pozzarello, in cui si svolgevano rituali in onore di divinità per il buon esito dei lavori agricoli. (Scopri di più su Bolsena e gli etruschi http://nielibrionline.it/dh-lawrence-e-george-dennis/1245-orvieto-bolsena.html )
Come preannunciato all’inizio, fulcro di Experience Etruria saranno anche i 4 percorsi multisensoriali previsti dal progetto; percorsi che saranno legati fortemente alle eccellenze agroalimentari del luogo: le vie dell’acqua, le vie del vino e del sale, le vie dell’olio e del grano e le vie dei boschi. Le degustazioni in programma avranno lo scopo di trasportare i turisti in un’esperienza multisensoriale che coinvolgerà tutti i sensi.
Lungo gli itinerari di Experience Etruria saranno organizzate numerose mostre diffuse.
Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma presenta fino al 31 ottobre “Nettare e ambrosia. Il cibo degli Dei”, al Museo Civico di Viterbo il già citato “In alto i kantharoi. Gli etruschi dal volto di pietra”, mentre a Grosseto al Museo Archeologico e d’Arte della Maremma è in programma “La giusta misura: il simposio, l’aristocrazia, il vino in Etruria”.
Dulcis in fundo del progetto Experience Etruria, la proiezione di un film di animazione 3D che racconterà i percorsi multisensoriali insieme alla ragazza etrusca Ati già protagonista di un cartone di successo. Il film sarà presentato a fine maggio al padiglione Italia di Expo.