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L’antico viaggio nel mare che nutre

“L’ antico viaggio nel mare che nutre”, la bellissima mostra che ci apre le porte del Castello di Santa Severa in provincia di Roma e ci mostra il mito della “dea bianca” Leucothea.

Il Castello di Santa Severa svela oggi un nuovo “tesoro”. E lo fa con la potenza della suggestione che è così naturale in questo complesso storico sulla costa di Santa Marinella a 50 chilometri appena da Roma. Le porte del monumento tornano ad aprirsi al pubblico, per regalare una nuova “ala” della secolare fortezza, la cosiddetta “Manica Lunga” per “L’ antico viaggio nel mare che nutre”.  Il fabbricato degli antichi granai al servizio del borgo, che si sviluppa lungo il cortile delle Barrozze, e che dopo anni di cantiere di restauro curati dalla Soprintendenza archeologica dell’Etruria meridionale (e oggi unita a quella del Lazio) diventa spazio museo per accogliere gli straordinari reperti rinvenuti dalla vicina area di Pyrgi, tra il santuario e l’insenatura dell’antica città portuale etrusca al servizio di Cerveteri. È qui, in queste sale che offrono l’ebbrezza di un viaggio indietro nel tempo, che da oggi si possono ammirare tesori mozzafiato riaffiorati dagli strati della terra di Pyrgi e ritornati “a casa” dopo il caloroso soggiorno presso il Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma grazie alla mostra “L’ antico viaggio nel mare che nutre”

L’antico viaggio nel mare che nutre
L’ antico viaggio nel mare che nutre

 

La Mostra “L’ antico viaggio nel mare che nutre”
La “Manica Lunga” del Castello di Santa Severa apre nuovamente al pubblico con l’attesa mostra “L’ antico viaggio nel mare che nutre”, che è stata inaugurata ieri (3 giugno 2015) alle 15.30 da Dario Franceschini, ministro ai Beni culturali e del turimo.
Il tema dell’esposizione è l’accoglienza e l’integrazione tra le culture del Mediterraneo, che da questo venerdì fino al 13 settembre farà rivivere il mito di Leucothea la “dea bianca”, protettrice dei marinai, degli stranieri e dei rifugiati. Il tutto grazie ai reperti provenienti dagli scavi dell’area archeologica di Pyrgi, antica città fondata dagli etruschi alle pendici dei Monti della Tolfa.
«Dopo tanti anni di lavoro, con il coinvolgimento anche dell’Università La Sapienza, si restituisce uno spazio importante che riunisce in questa occasione opere preziose che raccontano la lunga storia dell’etrusca Pyrgi e del suo rapporto col mare», racconta il direttore del Museo del Mare e della Navigazione di Santa Severa Flavio Enei, vale a dire il “motore” della lunga (e faticosa) avventura di valorizzazione del Castello.

Nella foto la Testa di Leucothea in mostra per “L’ antico viaggio nel mare che nutre”

Testa di Leucothea
Testa di Leucothea

Proprio a Pyrgi, porto dell’antica e potente città etrusca di Caere, l’attuale Cerveteri, (sulla quale noi abbiamo fatto una piccola guida in ben quattro lingue che potete trovare sul nostro sito cliccando al link sequente http://nielibrionline.it/guide/1372-cerveteri.html ) sorgeva infatti un santuario famoso e considerato in tutto il mondo antico, frequentato da Etruschi, Greci, Fenici, dove Leucothea era venerata. L’immagine della dea, in terracotta dipinta, ornava il tempio a lei dedicato: ne resta lo splendido volto, intatto nella quasi totalità, coronato dai capelli al vento, che volge lo sguardo inquieto e grato a Eracle, l’eroe che le offrì un approdo sicuro dopo un lungo peregrinare.
Per l’occasione, racconta Rossella Zaccagnini, direttrice dell’Antiquarium di Pyrgi nonché curatrice della mostra “L’ antico viaggio nel mare che nutre”, organizzata dalla Soprintendenza archeologica del Lazio e dell’Etruria Meridionale, in collaborazione con la Regione Lazio e l’università La Sapienza – «è stata restaurata la lastra del frontone del tempio B, unendo il busto del palafreniere, che era a Villa Giulia, al cavallo conservatoa Pyrgi. E ricomponendo così parte della scena raffigurata, che i visitatori potranno vedere insieme per la prima volta». Dal Museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, oltre alla splendida testa di Leucothea del IV secolo a.C., arriverà ad arricchire la mostra “L’ antico viaggio nel mare che nutre”, anche la statua di Eracle, esposta insieme a una selezione di reperti (una trentina circa) conservati proprio nell’Antiquarium di Pyrgi.
I reperti in mostra sono straordinari, come il piccolo vaso in pasta vitrea con decorazioni a piume blu e giallo del V secolo a.C. che sembra uscito da un laboratorio di Murano. Per l’occasione si farà il punto sugli ultimi studi, a partire dalle possenti mura poligonali che proteggevano la città etrusca e che ora sono state riportate a vista ai piedi della “Manica Lunga”.

Alla storia dell’antico santuario ai confini del mare è dedicata l’esposizione, in clusa nelle visite guidate al Castello di Santa Severa organizzate dalla Regione fino al 13 settembre (al costo di 3 euro, con prenotazioni allo 800-001133 o sul sito www.regione.lazio.it/santasevera).

Una mostra-racconto “L’ antico viaggio nel mare che nutre”, che parte proprio dalla storia di Ino, sfortunata principessa tebana che dovette subire le ire di Hera, dea volubile e gelosa.
Ino era stata, infatti, nutrice del piccolo Dioniso, che sua sorella aveva avuto da Zeus, legittimo sposo di Hera. Perseguitata dalla furia divina, Ino si getta in mare da una rupe scoscesa, con il figlio Melicerte in braccio. Salvata dalle ninfe marine, assume vesti divine, con il nome di Leucothea – Thesan per gli Etruschi -, protettrice dei naviganti e dei naufraghi. Dopo lungo e arduo peregrinare, la dea approda sulle rive del Tirreno, dove Eracle finalmente la accoglie.

«Un mito – spiega Zaccagnini – che si fa paradigma contemporaneo di sacra ospitalità e accettazione. E che, attraverso la salvezza di una dea infelice riemersa dalle acque, è la storia straordinaria mente attuale di ogni uomo che cerca un luogo di pace da chiamare casa».

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Rocca di Frassinello e gli Etruschi

E’ stata recentemente inaugurata a Giuncarico nel comune di Gavorrano, presso la Rocca di Frassinello, l’Area Archeologica Rocca di Frassinello relativa alla necropoli etrusca di San Germano. Contemporaneamente alla Rocca di Frassinello, gli spazi della cantina disegnata da Renzo Piano ospiteranno una mostra esperienzale sui reperti archeologici della necropoli di San Germano. Da questa mostra prende spunto una narrazione focalizzata in particolare sull’uso del vino in epoca etrusca con l’allestimento di Italo Rota, architetto e creatore del Padiglione del vino all’Expo di Milano.
La mostra è aperta ai visitatori e consente l’esperienza di degustazione del vino esattamente come lo bevevano i nostri antenati: gli etruschi. Il progetto nasce e si incentra su una vera e propria riscoperta della necropoli etrusca di San Germano, una delle realtà archeologiche più importanti del comprensorio dell’antica e famosissima città etrusca di Vetulonia.

Necropoli Etrusca di San Germano
Necropoli Etrusca di San Germano

Il progetto è nato e si è sviluppato grazie alla collaborazione fra la Soprintendenza Archeologia della Toscana, l’insegnamento di Etruscologia e Antichità italiche dell’Università degli Studi di Firenze e Paolo Panerai che ormai da tempo ha fatto della Rocca di Frassinello un polo di aggregazione di arte e cultura sotto il segno del vino, e con il patrocinio del Comune di Gavorrano.
La necropoli etrusca di San Germano, estesa su entrambi i versanti della valle del Sovata, importante via di collegamento nel territorio dell’antica città etrusca di Vetulonia, è composta da tombe a tumulo. Nell’area archeologica di Rocca di Frassinello si concentrano i tumuli meglio conosciuti della necropoli, costruiti tra la seconda metà del VII secolo a.C. e la prima metà del VI secolo a.C.: tre tombe monumentali sono state interamente recuperate e restaurate creando un percorso di visita per il pubblico.
La mostra dei reperti curata da Biancamaria Aranguren e Luca Cappuccini espone molti oggetti provenienti dalle tombe dell’area archeologica Rocca di Frassinello. Un’area archeologica venuta alla luce alla fine degli anni ‘70, ma solo oggi restaurata con cura: nei quarant’anni passati infatti la Soprintendenza dei Beni Archeologici non aveva fondi per poter lavorare su queste tombe, almeno fino a un po’ di tempo fa, quando gli sforzi si sono concentrati sulle tre più importanti, dislocate lungo un sentiero che attraversa il bosco.

Soprintendenza Archeologia della Toscana
Soprintendenza Archeologia della Toscana

«Le altre sei verranno ristrutturate col tempo» spiega Luca Cappuccini dell’Università di Firenze. «Tutte insieme rappresentano un’ulteriore testimonianza su come era organizzata la società etrusca» continua. Sono proprio i reperti recuperati nelle tombe a raccontarlo: come il pezzo di un carro, oppure le anfore, oggetti che dovevano appartenere a famiglie facoltose. «Sono pezzi di stampo ellenico, in cui si vede chiaramente tutto il corteo dionisiaco» continua Panerai. E anfore, utensili e tutti gli altri ritrovamenti sono finiti in quello che fino a poco tempo fa era il magazzino della cantina, ridisegnato e allestito come una mostra da Italo Rota che afferma «Rocca di Frassinello ci spiega come il mondo contemporaneo è composto di infiniti ponti tra passato e futuro»
Le tombe, già violate in antico, hanno comunque restituito alcuni oggetti dei corredi che accompagnavano il defunto nell’oltretomba. Si tratta per lo più di vasi in ceramica fine dipinta (etrusco-corinzia) e in bucchero, unguentari di varia forma, utilizzati per la conservazione di oli profumati per il corpo, e calici e coppe per il consumo del vino. Antichità che si mescolano con le innovazioni multimediali e in 3D, capaci di riportare in vita i costumi e gli usi dell’epoca. Lo si vede chiaramente nei vestiti ricostruiti in carta, o nel girotondo delle statuine di nobili che danzano alla stagione migliore. Un effetto a contrasto che attraversa tutta la storia di questo spicchio di Maremma dove sorge la cantina di Rocca di Frassinello, sempre più contraddistinta tra vino, arte e storia.
http://www.castellare.it/

Rocca di Frassinello
Rocca di Frassinello

«La collaborazione fra Rocca di Frassinello, la Soprintendenza archeologica della Toscana e l’università di Firenze ha consentito di rendere visibile una fetta importante della storia degli etruschi e del loro rapporto con il vino», così ci racconta Paolo Panerai, presidente di Rocca di Frassinello, che aggiunge «Questi ritrovamenti sono importanti per l’immagine del nostro vino nel mondo, soprattutto in Cina, dove sono convinti che il vino voglia dire Francia. Invece, fu Giulio Cesare a portare là le vigne nel 60 dopo Cristo. Le tombe e i reperti qui esposti dimostrano al contrario che la nostra tradizione è ben più antica».
Paolo Panerai ha deciso inoltre di realizzare una serie limitata di bottiglie di vino con l’etichetta che ricorda Dioniso, che verrà venduto assieme a vasi in terracotta, gli stessi con cui bevano gli etruschi, mantenendo vivo quel legame magico che si incrocia tra il passato e il presente.

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Le vie del vino e le vie del sale

Experience Etruria e le Vie del Vino e le Vie del Sale

Il progetto Experience Etruria conta di ben 4 percorsi multisensoriali per scoprire il mondo degli etruschi: le vie dell’acqua, le vie del vino e del sale, le vie dell’olio e del grano e le vie dei boschi! http://news.nielibrionline.it/experience-etruria/ 

In questo articolo parliamo delle’intero programma che comprende le Vie del Vino e le Vie del Sale.

Experience Etruria
Experience Etruria

http://www.experiencetruria.it/

Perché le vie del vino e le vie del sale?
In tutte le sue declinazioni di gusto, colore e aroma, il vino era per gli Etruschi un vero nettare sacro, caro al dio Fufluns -il greco Dioniso- e al suo corteggio di Satiri e Menadi, che, bramosi del prelibato succo, ne ricevevano il dono dell’estasi e della liberazione dei sensi. Versato in abbondanza nei sontuosi simposi aristocratici, il vino era la bevanda dei principi, succo pregiato connesso al carisma e al prestigio, nei banchetti dei vivi così come nei pasti solenni celebrati in onore dei defunti di rango. Scorreva copioso anche nelle libagioni sacre, offerte in occasione dei sacrifici alle divinità.

Prodotto in Etruria, o acquistato a Oriente, specialmente in Grecia, il vino viaggiava per mare o acque interne, gelosamente conservato in anfore capienti e il suo commercio, attraverso l’intero Mediterraneo, rappresentava una delle attività più rilevanti e produttive dell’economia antica.

Il sale era una materia ancora più preziosa: permetteva infatti di conservare e quindi immagazzinare i cibi deperibili, specialmente pesce e carne; veniva utilizzato nella preparazione di alcuni alimenti, come il formaggio, nella cottura dei cibi, come insaporitore, nell’allevamento degli animali, specialmente ovini, in medicina per le sue proprietà disinfettanti e, infine, nei sacrifici religiosi, dove serviva a purificare, simbolicamente, la vittima prima dell’immolazione.

La grande varietà di usi e lo stretto legame con attività fondamentali per il sostentamento umano rendevano il sale un elemento estremamente prezioso, un oro bianco che, dai luoghi di produzione sulle coste, viaggiava verso le aree interne su percorsi commerciali di vitale importanza.

Le Vie del VIno e del Sale
Le Vie del VIno e del Sale

LE VIE DEL VINO E LE VIE DEL SALE: Da Cerveteri a Tarquinia

Qui di seguito vengono riportate le Vie del Vino e le Vie del Sale da Cerveteri a Tarquinia

Gli splendori della civiltà etrusca in un territorio ferace, da sempre ricco di viti e oggi terra dei vini Cerveteri DOC, Tarquinia DOC e IGT Costa Etrusco-Romana

CERVETERI e la magnifica necropoli etrusca della Banditaccia, sito UNESCO, con l’impressionante distesa di tumuli funerari, luogo di scoperta di ricchi corredi con oggetti da banchetto, oggi al Museo Nazionale Cerite. La Tomba dei Rilievi con i sorprendenti utensili etruschi di uso quotidiano, tra cui un mestolo da usare nel simposio per la mescita e il consumo del vino, una brocca, una coppa, tutti plasmati nello stucco con maestria e posti a decorare pareti e pilastri.

SANTA SEVERA e i resti suggestivi di Pyrgi, antico porto di Caere (Cerveteri) e sede di un celebre santuario, perché i commerci, anche quello del vino, erano posti sotto la protezione della divinità. L’imponente Castello e Il Museo del Mare e della Navigazione Antica, con l’esposizione di numerose anfore vinarie, con cui la preziosa bevanda viaggiava per tutto il Mediterraneo.

TARQUINIA, il Museo Archeologico Nazionale e l’imperdibile necropoli dei Monterozzi, sito UNESCO, con le straordinarie tombe dipinte: la Tomba dei Leopardi, ad esempio, con i commensali intenti a sorseggiare vino dalle loro coppe e ad ammirare lo spettacolo di musici e danzatori, immersi in un ameno paesaggio di ulivi. Sulla costa, a TARQUINIA LIDO, presso la foce del Marta, i resti di Gravisca, l’antico santuario e porto etrusco della ricca Tarquinia, snodo delle più importanti rotte commerciali mediterranee. Poco più a Sud l’incantevole riserva naturale delle Saline, probabilmente già sfruttate agli albori della civiltà etrusca, ora caratterizzate dalle grandi vasche dell’impianto papale, dall’eclettico borgo operaio ottocentesco e dal peculiare ecosistema umido salmastro.

LE VIE DEL VINO E LE VIE DEL SALE: Da Grosseto a Chiusi

Qui di seguito vengono riportate le Vie del Vino e le Vie del Sale da Grosseto a Chiusi

GROSSETO è il punto di partenza di un percorso attraverso il vino della Maremma, già intensamente coltivata a vite in epoca etrusca. Le antiche città di VETULONIA e ROSELLE, le cui necropoli hanno restituito corredi ricchi di oggetti raffinati espressamente dedicati al banchetto e al consumo rituale del vino: coppe, brocche, calici, attingitoi conservati nel Museo Archeologico e d’Arte della Maremma a Grosseto e nel Museo Civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia a CASTIGLIONE DELLA PESCAIA.

SCANSANO e Il Parco Archeologico di Ghiaccio Forte, insediamento etrusco fortificato, che conserva ancora, in una delle sue antiche case, una cucina e un ambiente destinato a dispensa. Il Museo della Vite e del Vino, teatro di un affascinante racconto del territorio nel segno della pregiata bevanda, dall’antichità alla produzione attuale del celebre Morellino di Scansano DOC si apre per le vie del vino e le vie del sale.

PITIGLIANO e SORANO con il Parco Archeologico “Città del Tufo” e i suoi spettacolari paesaggi rocciosi, modellati dalla natura e dalla mano dell’uomo, con le necropoli etrusche scolpite nella roccia tenera, fuse con la macchia circostante e incastonate, come gioielli, tra le colline coperte di viti, da cui nascono vini pregiati quali il Sovana DOC e il Bianco di Pitigliano DOC. Le vie del vino e del sale per eccellenza!

ORVIETO, detta dai Greci Oinarea, “dove scorre il vino”, perfetta per le vie del vino e le vie del sale. L’Anello della Rupe e le viti maritate, che crescono ancora abbracciate agli alberi, in un “matrimonio” che risale già all’epoca etrusca. Le tombe etrusche Golini e Hescanas a Porano e le loro spettacolari pareti dipinte, visibili in parte in loco e in parte nel Museo Archeologico Nazionale di Orvieto, con le sorprendenti scene di cucina etrusca. Il museo “Claudio Faina”. Il santuario di Campo della Fiera e il culto di Dioniso, dio del vino. La “Strada dei Vini”, attraverso le pittoresche zone di produzione dell’Orvieto DOC e del Rosso Orvietano DOC.

Per le vie del vino e le vie del sale, possibile estensione a CASTIGLIONE IN TEVERINA, con MUVIS, il Museo del Vino e delle Scienze Agroalimentari, sede di un coinvolgente viaggio multisensoriale nel vino inteso come patrimonio culturale dell’umanità.

La fascia collinare tra SAN CASCIANO DEI BAGNI, CHIUSI e MONTEPULCIANO, ricca di uva già in antico e plasmata nei secoli dalla mano dell’uomo, oggi area di produzione di vini pregiati si presta perfettamente all’itinerario le vie del vino e del sale: le DOCG Chianti, Chianti Colli Senesi, Vino Nobile di Montepulciano e le DOC Rosso di Montepulciano e Orcia. I segni lasciati dall’uomo nel popolare e modellare questo territorio, custoditi nel Museo Civico di Montepulciano e nelle Stanze Cassianensi di San Casciano dei Bagni. Il Museo Civico Archeologico di SARTEANO e le impressionanti scene della Tomba della Quadriga Infernale con i defunti distesi a banchetto in un aldilà oscuro dominato dal terribile carro demoniaco e dalla sua nube nera. CHIUSI e il suo Museo Archeologico Nazionale con le celebri urne cinerarie con il defunto a banchetto.

Ecco la Mappa degli Itinerari di Experience Etruria per Vie del Vino e le Vie del Sale

Itinerari Experience Etruria
Itinerari Experience Etruria

Le vie del vino e le vie del sale sono il percorso ROSSO

Mostre Diffuse Experience Etruria
Mostre Diffuse Experience Etruria

Le vie del vino e le vie del sale: un itinerario indispensabile per gli amanti del vino e degli etruschi.

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Bluetrusco

“Bluetrusco. In viaggio con gli Etruschi di ieri e di oggi” è il nome del primo festival dedicato al mondo etrusco che si svolgerà questa estate presso il piccolo borgo di Murlo in provincia di Siena, situato a pochi chilometri dalla città del palio.

Bluetrusco si svilupperà presso il Castello di Murlo dal 3 luglio al 2 agosto 2015, con la prestigiosa direzione scientifica di Giuseppe M. Della Fina già direttore scientifico della Fondazione per il Museo “C. Faina” e docente di Etruscologia presso l’Università degli Studi dell’Aquila nonché autore di “Il Mare Inquieto della Quiete – Una storia degli etruschi” edito proprio dalla nostra casa editrice Nuova Immagine; libro che tra l’altro è stato portato al Salone del Libro di Torino 2015 grazie a Toscanalibri http://www.toscanalibri.it/ e alla Regione Toscana

http://nielibrionline.it/archeologia/1599-il-mare-inquieto-della-quiete.html

Il Mare Inquieto della Quiete Una Storia degli Etruschi
Il Mare Inquieto della Quiete Una Storia degli Etruschi

Bluetrusco si affianca al progetto “Notti dell’archeologia” della Regione Toscana ed è la prima rassegna dedicata esclusivamente al mondo degli Etruschi. Proporrà una serie di incontri, escursioni, spettacoli e laboratori, convegni, degustazioni e concerti; avrà inoltre come media partner la rivista “Archeo”, famoso periodico mensile edito dalla De Agostini e dedicato al mondo dell’archeologia.

Bluetrusco. In viaggio con gli Etruschi di ieri e di oggi
Bluetrusco

La Nuova Immagine Editrice sarà protagonista di Bluetrusco e non semplice spettatrice.

  • Domenica 5 Luglio alle ore 17 ci sarà la presentazione de “Il mare inquieto della quiete. Una storia degli Etruschi” di Giuseppe M. Della Fina e Andrea Zifferero: letture di Camillo Zangrandi.
  • Sabato 18 Luglio alle 17 “La prima traduzione italiana di Città e necropoli dell’Etruria” di George Dennis. Dialogo tra Christopher Smith,Andreas M. Steinere Giuseppe M. Della Fina, con letture di David Riondino.
Nuova Immagine Editrice
Nuova Immagine Editrice

Saranno allestite inoltre ben 4 mostre durante la manifestazione Bluetrusco: “Mulax” a cura di Anthony Tuck professore della della Massachusetts University Amherst; “I Nuovi Etruschi” a cura di Luciana Petti; “Sotto il Cielo di Murlo” a cura di Fabio Cappelli; “Le vigne degli Etruschi” a cura di Andrea Ciacci docente presso l’Università di Siena e autore del libro da noi edito “Senarum Vinea Il paesaggio urbano di Siena. Forme di recupero e valorizzazione dei vitigni storici“

http://nielibrionline.it/archeologia/1568-senarum-vinea.html

e curatore dei taccuini dell’ILEAI

http://nielibrionline.it/119-i-taccuini-dellileai

Senarum Vinea
Senarum Vinea

A Bluetrusco verrà organizzata anche una fiera libraria, animata dalla partecipazione di numerose case editrici, tra le quali non poteva mancare la nostra che è specializzata appunto in archeologia e soprattutto etruscologia.

Nel ricco programma dell’iniziativa voluta dal Comune di Murlo, in collaborazione con le associazioni locali, la Fondazione Musei senesi, la Soprintendenza per i Beni archeologici, Associazione Culturale Murlo, Proloco Murlo, Archeo con il coinvolgimento di Università e importanti istituzioni internazionali, ci teniamo a segnalare le conferenze tenute da Maurizio Bettini “Fondare una città: gli Etruschi, i Romani e la costruzione del mondo” che si terrà il 3 luglio alle ore 18; Giovannangelo Camporeale “La genesi della civiltà etrusca: risorse del suolo e del sottosuolo” il 4 luglio alle ore 17; il dialogo tra Vincenzo Bellelli e Alberto Piazza, “Sulle origini degli Etruschi” il 10 luglio alle ore 17 seguito dalla conferenza di Franco Cambi “Paesaggi dell’Etruria antica alle ore 22.
Inoltre si ricordano l’incontro tra Susanna Sarti e Giulio Paolucci su Archeologia e musica. Reperti, immagini e suoni dal mondo antico (11 luglio, ore 17,00); la giornata di domenica 12 luglio dedicata alla figura di Ranuccio Bianchi Bandinelli con la partecipazione, tra gli altri, di Marcello Barbanera; la due giorni (18-19 luglio) dedicata alla pubblicazione della prima edizione integrale italiana di Città e necropoli dell’Etruria di George Dennis (Nuova Immagine Editrice) con la partecipazione, tra gli altri, di Crístopher Smith e Andreas M. Steiner. Infine le conferenze La coltivazione della vite e del vino in Etruria di Andrea Ciacci (25 luglio, ore 17,00) e Francesca Ceci, Il banchetto in Etruria: uno sguardo sulla vita dell’aristocrazia (1 agosto, ore 17,00).

 

Informazioni e prenotazioni

Simone Marrucci 3489002057

Eleonora Lillo 3489003563

Al link sottostante il programma completo del Festival Bluetrusco:

http://www.bluetrusco.land/

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