“L’ antico viaggio nel mare che nutre”, la bellissima mostra che ci apre le porte del Castello di Santa Severa in provincia di Roma e ci mostra il mito della “dea bianca” Leucothea.
Il Castello di Santa Severa svela oggi un nuovo “tesoro”. E lo fa con la potenza della suggestione che è così naturale in questo complesso storico sulla costa di Santa Marinella a 50 chilometri appena da Roma. Le porte del monumento tornano ad aprirsi al pubblico, per regalare una nuova “ala” della secolare fortezza, la cosiddetta “Manica Lunga” per “L’ antico viaggio nel mare che nutre”. Il fabbricato degli antichi granai al servizio del borgo, che si sviluppa lungo il cortile delle Barrozze, e che dopo anni di cantiere di restauro curati dalla Soprintendenza archeologica dell’Etruria meridionale (e oggi unita a quella del Lazio) diventa spazio museo per accogliere gli straordinari reperti rinvenuti dalla vicina area di Pyrgi, tra il santuario e l’insenatura dell’antica città portuale etrusca al servizio di Cerveteri. È qui, in queste sale che offrono l’ebbrezza di un viaggio indietro nel tempo, che da oggi si possono ammirare tesori mozzafiato riaffiorati dagli strati della terra di Pyrgi e ritornati “a casa” dopo il caloroso soggiorno presso il Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma grazie alla mostra “L’ antico viaggio nel mare che nutre”
La Mostra “L’ antico viaggio nel mare che nutre”
La “Manica Lunga” del Castello di Santa Severa apre nuovamente al pubblico con l’attesa mostra “L’ antico viaggio nel mare che nutre”, che è stata inaugurata ieri (3 giugno 2015) alle 15.30 da Dario Franceschini, ministro ai Beni culturali e del turimo.
Il tema dell’esposizione è l’accoglienza e l’integrazione tra le culture del Mediterraneo, che da questo venerdì fino al 13 settembre farà rivivere il mito di Leucothea la “dea bianca”, protettrice dei marinai, degli stranieri e dei rifugiati. Il tutto grazie ai reperti provenienti dagli scavi dell’area archeologica di Pyrgi, antica città fondata dagli etruschi alle pendici dei Monti della Tolfa.
«Dopo tanti anni di lavoro, con il coinvolgimento anche dell’Università La Sapienza, si restituisce uno spazio importante che riunisce in questa occasione opere preziose che raccontano la lunga storia dell’etrusca Pyrgi e del suo rapporto col mare», racconta il direttore del Museo del Mare e della Navigazione di Santa Severa Flavio Enei, vale a dire il “motore” della lunga (e faticosa) avventura di valorizzazione del Castello.
Nella foto la Testa di Leucothea in mostra per “L’ antico viaggio nel mare che nutre”
Proprio a Pyrgi, porto dell’antica e potente città etrusca di Caere, l’attuale Cerveteri, (sulla quale noi abbiamo fatto una piccola guida in ben quattro lingue che potete trovare sul nostro sito cliccando al link sequente http://nielibrionline.it/guide/1372-cerveteri.html ) sorgeva infatti un santuario famoso e considerato in tutto il mondo antico, frequentato da Etruschi, Greci, Fenici, dove Leucothea era venerata. L’immagine della dea, in terracotta dipinta, ornava il tempio a lei dedicato: ne resta lo splendido volto, intatto nella quasi totalità, coronato dai capelli al vento, che volge lo sguardo inquieto e grato a Eracle, l’eroe che le offrì un approdo sicuro dopo un lungo peregrinare.
Per l’occasione, racconta Rossella Zaccagnini, direttrice dell’Antiquarium di Pyrgi nonché curatrice della mostra “L’ antico viaggio nel mare che nutre”, organizzata dalla Soprintendenza archeologica del Lazio e dell’Etruria Meridionale, in collaborazione con la Regione Lazio e l’università La Sapienza – «è stata restaurata la lastra del frontone del tempio B, unendo il busto del palafreniere, che era a Villa Giulia, al cavallo conservatoa Pyrgi. E ricomponendo così parte della scena raffigurata, che i visitatori potranno vedere insieme per la prima volta». Dal Museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, oltre alla splendida testa di Leucothea del IV secolo a.C., arriverà ad arricchire la mostra “L’ antico viaggio nel mare che nutre”, anche la statua di Eracle, esposta insieme a una selezione di reperti (una trentina circa) conservati proprio nell’Antiquarium di Pyrgi.
I reperti in mostra sono straordinari, come il piccolo vaso in pasta vitrea con decorazioni a piume blu e giallo del V secolo a.C. che sembra uscito da un laboratorio di Murano. Per l’occasione si farà il punto sugli ultimi studi, a partire dalle possenti mura poligonali che proteggevano la città etrusca e che ora sono state riportate a vista ai piedi della “Manica Lunga”.
Alla storia dell’antico santuario ai confini del mare è dedicata l’esposizione, in clusa nelle visite guidate al Castello di Santa Severa organizzate dalla Regione fino al 13 settembre (al costo di 3 euro, con prenotazioni allo 800-001133 o sul sito www.regione.lazio.it/santasevera).
Una mostra-racconto “L’ antico viaggio nel mare che nutre”, che parte proprio dalla storia di Ino, sfortunata principessa tebana che dovette subire le ire di Hera, dea volubile e gelosa.
Ino era stata, infatti, nutrice del piccolo Dioniso, che sua sorella aveva avuto da Zeus, legittimo sposo di Hera. Perseguitata dalla furia divina, Ino si getta in mare da una rupe scoscesa, con il figlio Melicerte in braccio. Salvata dalle ninfe marine, assume vesti divine, con il nome di Leucothea – Thesan per gli Etruschi -, protettrice dei naviganti e dei naufraghi. Dopo lungo e arduo peregrinare, la dea approda sulle rive del Tirreno, dove Eracle finalmente la accoglie.
«Un mito – spiega Zaccagnini – che si fa paradigma contemporaneo di sacra ospitalità e accettazione. E che, attraverso la salvezza di una dea infelice riemersa dalle acque, è la storia straordinaria mente attuale di ogni uomo che cerca un luogo di pace da chiamare casa».