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parco archeologico del Sodo

Parco archeologico del Sodo passa al Comune di Cortona

Il parco archeologico del Sodo passa al Comune E sabato aprono le nuove sale del Maec. Ieri a Cortona la firma con la Soprintendenza. Nasce il «polo»

IL Parco Archeologico del Sodo entra a far parte del patrimonio comunale di Cortona. Dopo il passaggio politico in consiglio comunale, sabato sarà ratificato in maniera ufficiale l’accordo con una firma del protocollo tra l’amministrazione cortonese e la soprintendenza di Siena-Arezzo-Grosseto.

Ad occuparsene, per conto del comune, ci penserà l’Accademia Etrusca che già cogestisce il museo Maec e la biblioteca cittadina. D’ora in poi sarà il comune della Valdichiana a gestire in piena autonomia il parco archeologico che avrà nel Maec il centro erogatore dei servizi di accoglienza, di orientamento e di smistamento dei visitatori (gli altri monumenti inseriti nell’itinerario di visita sono il tumulo di Camucia, la Tanella di Pitagora, la Tanella Angori, la Tomba di Mezzavia, la villa romana di Ossaia, i tratti di strada romana a Torreone, Monte Maestrino, Teverina Bassa).

parco archeologico del Sodo
parco archeologico del Sodo

«Si tratta di un momento storico per Cortona, di quelli che è difficile che capitino durante un mandato – ha sottolineato l’assessore alla cultura del comune Albano Ricci – sono orgoglioso del lavoro fatto dall’ufficio cultura. Abbiamo finalizzato un percorso che viene da lontano. Cambia lo scenario dell’offerta culturale turistica.

Da un museo si passa a un museo diffuso, un parco archeologico e anche un parco per la comunità». Già nel 1991 fu avviato dalla ex Soprintendenza Archeologica per la Toscana un protocollo di intesa per la valorizzazione dei beni archeologici cortonesi dopo i ritrovamenti degli anni 1986-1987.

L’intesa, oltre alle attività di ricerca scientifica, di tutela e di conservazione, prevedeva interventi per migliorare la loro fruizione. L’obiettivo, raggiunto solo recentemente, è stato quello di costruire «un parco archeologico» che collegasse le sepolture monumentali al Museo dell’Accademia Etrusca».

Sabato alle 16, oltre alla ratifica di questo storico passaggio, saranno inaugurate le sale del
Maec che ospitano le decorazioni dell’altare del Sodo, sostituite nel sito con una copia esatta. Poi verranno presentati i progetti di valorizzazione del patrimonio archeologico
cortonese grazie a un finanziamento della Regione Toscana (in collaborazione con i Comuni di Volterra e Piombino) la cui prima tranche di 900 mila euro (609 mila euro di competenza della regione e il restante del comune) sarà impiegata per interventi al
Maec e per la realizzazione della copertura della tomba 1 del Tumulo II del Sodo.

 

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Mummia di Zagabria arrivata al Maec

Cortona: mostra “Gli Etruschi maestri di scrittura” alle porte con la Mummia di Zagabria

SONO GIORNI frenetici per la macchina comunale di Cortona impegnata nell’allestimento all’interno del Maec della mostra internazionale «Gli Etruschi maestri di scrittura» in collaborazione con i il Museo del Louvre e Museo Henri Prades di Lattes. Ieri mattina alla presenza del sindaco Francesca Basanieri insieme a Laurent Haumesser curatore del museo del Louvre e ai tecnici della Soprintendenza Archeologica sono state aperte le casse contenenti i famosi reperti che saranno in mostra da venerdì 18 marzo. Tra quelli più attesi c’è sicuramente le bende della Mummia di Zagabria, il testo etrusco più lungo ed anche con la storia più sorprendente.

Mummia di zagabria
Mummia di zagabria

Nel 1862, un collezionista croato ha donato al museo di Zagabria una mummia acquistata qualche anno prima in Egitto. Era avvolta in strisce di lino con uno scritto che prima non si era riusciti a decifrare. Fu solo nel 1892 che si capì che si trattava di un testo etrusco. «Le strisce formavano originariamente un libro – ha spiegato Laurent Haumesser – Si tratta di un calendario rituale fatto di prescrizioni e di preghiere. E’ probabile che il libro appartenesse ad un sacerdote etrusco che ha soggiornato in Egitto. Quando non è più servito è stato tagliato a strisce per avvolgere la mummia».

Etruschi Maestri di Scrittura
Etruschi Maestri di Scrittura

UN EVENTO nell’evento, visto che da quando il reperto è finito nelle mani del museo croato, non era mai stato dato in prestito. Per ospitare l’opera è stato necessario allestire una sala climatizzata con una temperatura costante di 19 gradi che ne permetta al meglio la sua conservazione. «E’ davvero un orgoglio per la città – ha sottolineato il sindaco Basanieri – aver ottenuto queste opere e di questo dobbiamo ringraziare anche i nostri partner del museo del Louvre e di Montepellier.

Questa mostra è un appuntamento imperdibile per gli appassionati di archeologia e siamo certi che otterrà il successo che merita». Saranno oltre 100 i pezzi in esposizione che rappresentano le testimonianze più interessanti dell’epigrafia etrusca, provenienti da alcuni dei più importanti musei del mondo. L’appuntamento cortonese rappresenta un nuovo punto di arrivo per lo studio di questo affascinante popolo, a distanza di 30 anni dall’ultima mostra specifica e permette dimettere in luce importanti risultati. «Conosciamo già molto della lingua etrusca e della scrittura – sottolinea ancora Haumesser – grazie ad un lavoro tenace e paziente dei ricercatori che ci hanno permesso di fare grandi progressi. La speranza è quella di aggiungere ulteriori tasselli, come quelli ottenuti grazie alla scoperta della Tabula Cortonensis, che permettano nuovi passi avanti nella ricerca».

AL MUSEO La macchina organizzativa dell’evento è già attiva per l’allestimento della kermesse che inizia venerdì
AL MUSEO La macchina organizzativa dell’evento è già attiva per l’allestimento della kermesse che inizia venerdì

L’inaugurazione della mostra è in programma venerdì alle 15,30 al Teatro Signorelli a cui seguirà il taglio del nastro ufficiale e potrete cogliere l’occasione di vedere per la prima volta in Italia la Mummia di Zagabria.

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La lingua etrusca e i codici di comunicazione

La questione dell’origine della lingua etrusca, e in particolare delle sue relazioni con la famiglia indoeuropea, che rappresenta la componente linguistica più estesa e diffusa in tutta la penisola italica in epoca pre-romana, costituisce uno dei temi più accesi nel dibattito sulla storia e le origini di questo idioma.

Benché tracce di elementi in comune con varie lingue indoeuropee siano state variamente individuate e documentate da diversi studiosi, a oggi la comunità scientifica rimane piuttosto concorde nel definire la lingua etrusca come genealogicamente isolata, per la quale non è possibile documentare o ricostruire con certezza scientifica alcuna parentela genealogica con altre lingue o gruppi linguistici già noti. La lingua etrusca è documentata anche fuori dai confini dell’Etruria propriamente intesa: per quanto riguarda la penisola italica, oltre che in Toscana (e cioè nell’area geografica corrispondente a grandi linee all’antica Etruria), la presenza di documenti in lingua etrusca è attestata almeno anche in Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Lazio, Umbria e Campania.

Lingua etrusca
Lingua etrusca

Secondo Cristina Guardiano, studiosa e docente di glottologia e linguistica, presso il dipartimento di comunicazione ed economia dell’università di Modena e Reggio Emilia, la documentazione è redatta in un alfabeto molto simile a quello greco: per questo motivo, la lettura dell’alfabeto etrusco non ha mai creato, fra gli studiosi, sostanziali o insolvibili problemi. “Più complicata – afferma la professoressa Guardiano – è stata, invece, la decifrazione della lingua , principalmente per il fatto che essa, come si è già detto, non sembra presentare nessuna affinità dirimente con altre già note o documentate”. Una difficoltà importante nella decifrazione della lingua etrusca è data dal fatto che la maggior parte della documentazione a disposizione consiste di testi molto brevi (come, ad esempio, nomi propri di persone o divinità). Solo grazie al ritrovamento di testi più lunghi (come il Liber Linteus, che contiene un testo di più di mille parole, la Tegola di Capua o la Tabula Cortonensis, che ne hanno qualche centinaio per ciascuna), di un’iscrizione bilingue (contenuta nelle Lamine di Pyrgi), si sono resi possibili innanzitutto la ricostruzione di una parte del lessico di base e poi l’individuazione di alcune caratteristiche morfologiche (un sistema di declinazioni e classi nominali, un sistema di casi, un sistema di classi aggettivali, etc.), per le quali si ritiene che la lingua appartenga al tipo cosiddetto “agglutinante”. In questa tipologia di linguaggio, ogni relazione grammaticale è espressa attraverso un morfema dedicato, esiste un sistema di pronomi personali, l’espressione della negazione, il sistema dei numerali e poco altro. Impossibile, invece, è ricostruire le caratteristiche di costruzioni sintattiche più estese: la brevità, e la natura stessa, dei documenti a nostra disposizione non permettono di costruire nessuna ipotesi affidabile su questi aspetti. La ricostruzione della storia linguistica degli etruschi rimane per gli studiosi contemporanei una sfida affascinante e intensa: al contrario che nel passato, però, i ricercatori possono oggi contare sui progressi degli studi linguistici, della storia, dell’archeologia, dell’antropologia e della genetica che, soprattutto in una situazione di documentazione complessa come quella descritta, costituiscono supporti cruciali per complementare i dati e le ipotesi a disposizione.

Per saperne di più consigliamo di andare a vedere la mostra a Cortona “Etruschi Maestri di Scrittura”

Le parole degli Etruschi a Cortona
Le parole degli Etruschi a Cortona

Metodi di decifrazione della lingua Etrusca

Per la decifrazione, gli studiosi si sono serviti, con esiti alterni, di tre metodi principali: il metodo comparativo, basato sul confronto (prevalentemente di parole o parti di esse) con altre lingue, allo scopo di individuare elementi comuni e, dunque, tracce di affinità genealogiche; il metodo ermeneutico o combinatorio, che studia le relazioni interne fra singole parole nei testi e si basa sulla relazione fra i testi e i loro contesti materiali e culturali, e cioè sul presupposto che non è possibile decifrare una lingua prescindendo dal contesto antropologico e culturale nel quale essa si è prodotta; il metodo tipologico-strutturale, che è basato sul confronto con altre lingue ma, al contrario di quello comparativo, non ha l’obiettivo di individuare relazioni etimologiche e, anziché parole o parti di esse, osserva aspetti legati al tipo di costruzione della frase.

 

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Etruschi, maestri di scrittura al Maec

“Etruschi maestri di scrittura” sarà inaugurata a Cortona il 19marzo. Fra i reperti provenienti da mezzo mondo la mummia di Zagabria, le lamine di Pyrgi, il vaso per profumo del Louvre

Si apre una finestra sulla scrittura etrusca grazie alla mostra “Etruschi maestri di scrittura” che il 19 marzo sarà inaugurata a Cortona, progettata congiuntamente dalla città toscana insieme al Louvre e al Museo Henri Prades di Lattes. Istituzioni che già nel 2011 avevano proficuamente cooperato per un’altra iniziativa, “Gli etruschi dall’Arno al Tevere: le collezioni del Louvre a Cortona”, premiata da un notevole successo di pubblico. Il tema della scrittura etrusca ci rimanda a un popolo e una cultura che con conquiste, commerci, idee, storie in tutto il bacino del Mediterraneo sono stati protagonisti fra il settimo e il primo secolo avanti Cristo. L’arrivo dell’alfabeto dalla Grecia verso la fine del settimo secolo è l’aspetto culturalmente più qualificato e più qualificante di un movimento che ha portato nelle nostre terre manufatti, uomini, esperienze, idee che hanno segnato un’autentica rivoluzione socio culturale.

Etruschi maestri di scrittura
Etruschi maestri di scrittura

Maestri di scrittura: un vuoto di 30 anni.

Da oltre tre decenni non si facevano iniziative di così alto livello internazionale su un argomento tanto dibattuto e affascinante. Il vuoto si colma ora con questo grande evento archeologico alla luce anche delle recenti scoperte di epigrafi vicino a Montpellier e al ritrovamento nel 1992 della “Tabula cortonensis”, che è il terzo testo etrusco in ordine di lunghezza fra quelli esistenti, un testo che ha aperto nuovi orizzonti sul diritto privato e più in generale sulla cultura etrusca in età ellenistica.

Cortona capitale etrusca, grazie ai maestri di scrittura

Ora per questi “Etruschi maestri di scrittura” lo sforzo organizzativo è stato ben più ampio e la stessa ricerca più approfondita. Come più lunga sarà la tenitura. I reperti, gli oggetti, le opere che provengono da alcuni dei più importanti musei del mondo, resteranno in mostra nelle sale di Palazzo Casali in piazza Signorelli, sede del Maec (Museo dell’Accademia etrusca e della Citta di Cortona) fino alla fine di luglio. Lungo il percorso spiccano alcune delle testimonianze più importanti dell’epigrafia etrusca. Autentiche rarità per non dire capolavori. Come la Mummia di Zagabria o le lamine di Pyrgi, il vaso per profumo che arriva dal Louvre, o l’iscrizione sul “fegato di Piacenza” dal museo di Palazzo Farnese, pezzi che con tutti gli altri illustreranno, come mai prima d’ora era stato fatto, la diversità dei supporti e delle tecniche di scrittura.

Etruschi Maestri di Scrittura
Etruschi Maestri di Scrittura

La lingua misteriosa dei Maestri di scrittura.

Oggetto di profondi studi, l’idioma etrusco resta per certi versi ancora misterioso. Sono infatti irrisolti i significati specifici di molte parole, in particolare quelle che non presentano parentele con le lingue antiche più note. La difficoltà di comprensione dipende essenzialmente dalla scarsità di testi lunghi e dalla ripetitività dei testi brevi che ci sono giunti, quasi esclusivamente di natura funeraria, giuridicao commerciale. Iscrizioni ed epigrafi. L’esposizione di Cortona intende dimostrare i progressi negli studi nella sintassi e nella grammatica, attraverso una rilettura e una nuova interpretazione di molti epigrafi e alcune novità assolute. Le iscrizioni infatti (siano esse su oggetti di uso quotidiano o di culto, su statue o su atti) saranno classificate per settori di appartenenza: dalla sfera del rito a quella del sacro, dall’ambito funerario a quello giuridico. Un altro aspetto importante riguarderà i supporti e le tecniche scrittorie, le modalità di insegnamento e di trasmissione dell’alfabeto, le tipologie letterarie attestate, le vicende, talora avventurose, di alcuni testi.

Lamine di Pyrgi
Lamine di Pyrgi

Passato e futuro degli etruschi, maestri di scrittura.

Senza dimenticare la grande attenzione che sarà riservata all’allestimento di Palazzo Casali: un allestimento a suo modo futuribile, che godrà delle più moderne tecniche di lettura e comunicazione, non solo per scopi didattici, e che secondo i curatori dovrebbe trasformare il segno della scrittura etrusca in una forma d’arte, al limite del design, grazie anche al contributo di una grafica innovativa e coinvolgente. Numerose infine saranno le iniziative collaterali previste per tutto il periodo dell’evento, conferenze, convegni, incontri, allo scopo di approfondire i temi illustrati nelle varie sezioni del percorso espositivo, mentre una particolare attenzione sarà rivolta alla scomparsa della lingua e alla sua interpretazione, oggi resa possibile dalla continua ricerca e da studi approfonditi sia di tipo glottologico che archeologico. «Cortona è il polo attrattore della rete toscana di un centinaio di musei archeologici nell’ ambito del programma di valorizzazione del patrimonio storico artistico che vogliamo completare nei prossimi anni» ha detto l’assessore alla cultura regionale Monica Barni nel presentare l’iniziativa, sottolineando che «si tratta di una delle più importanti mostre archeologiche organizzate in questo 2016 nel nostro Paese».

Info www.cortonamaec.org

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Le parole degli Etruschi

Le parole degli Etruschi: Cortona riunisce i più importanti documenti provenienti dai musei del mondo Dalla Mummia di Zagabria alle lamine di Pyrgi, 77 testimonianze scritte su oro, bronzo, lino, pietra

Tinscvil/ Mi unial Curtun:  Offerta votiva/Cortona mi ha donato a Giunone.
Il toponimo compare nella breve iscrizione incisa sulla base di una statuetta in bronzo del III-II secolo a.C.  A Cortona si scriveva le parole degli Etruschi, e non sempre in maniera così essenziale. È probabile che questa città-stato affacciata sulla valle del Clanis — e che rappresentava un importante avamposto settentrionale dell’Etruria — fosse anche il principale centro di scrittura dell’intera Federazione. Lo fa ipotizzare la presenza sull’acropoli di un santuario dedicato a Uni/ Giunone (divinità della triade celeste) e la conseguente attività degli scribi, appartenenti al ceto sacerdotale; lo possiamo dedurre dall’adozione di un sistema ortografico tipico dell’attuale area tosco-umbra, che trova conferma nei più significativi testi rinvenut

Etruschi Maestri di Scrittura
Etruschi Maestri di Scrittura

Etruschi maestri di scrittura: un’esposizione che mette in mostra le parole degli Etruschi

Appare quindi legittima la scelta di Cortona come sede della mostra Etruschi maestri di scrittura, inaugurata lo scorso 17 ottobre al Museo Henri Prades di Lattes (Montpellier) e che dal 19 marzo al 31 luglio approderà al Maec, il Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona all’interno di Palazzo Casali. L’esposizione è il risultato di un imponente progetto, finalizzato a ripresentare al pubblico, dopo oltre trent’anni, i maggiori scritti etruschi aggiornati, provenienti da 18 musei italiani ed esteri (tra cui Louvre, Villa Giulia e Museo di Zagabria): 77 testimonianze epigrafiche lasciate in eredità su anfore di bucchero, tegole di terracotta, lamine d’oro, specchi bronzei, cippi in pietra, e perfino sull’unico libro di lino pervenuto dall’antichità, utilizzato per avvolgere una mummia e contenente un calendario rituale che potrebbe — stando a recenti scoperte ermeneutiche — avere elementi cerimoniali comuni alla liturgia cristiana. Tutte queste testimonianze hanno contribuito a districare il mistero che avvolge le parole degli Etruschi.

Le parole degli Etruschi a Cortona
Le parole degli Etruschi a Cortona

Se vuoi saperne di più sugli etruschi e il loro misterioso mondo, consulta il nostro catalogo ciccando qui

Da sempre un alone di mistero — creato spesso intenzionalmente — avvolge il mondo degli Etruschi, che vissero in Italia 2700 anni fa, prima di venire assorbiti dai Romani, a seguito di una profonda contaminazione sociale, culturale e religiosa. In realtà, dei cosiddetti Rasenna sappiamo molto: da dove provenivano (dalla Lidia, nel rispetto della versione tramandata da Erodoto), cosa mangiavano, cosa commerciavano, quali divinità veneravano. Sappiamo che erano tanto raffinati nelle manifatture e nelle arti figurative quanto feroci nelle imprese per mare (e pare ovvio, visti i coinquilini europei del I Millennio avanti Cristo). Inoltre, siamo a conoscenza del fatto che scrivevano: utilizzavano un alfabeto di derivazione greca e una struttura sintattica elementare simile al latino, e ci hanno consegnato qualche migliaio di vocaboli (soprattutto toponimi, antroponimi e appellativi) dei quali troviamo corrispondenza nella lingua dell’antica Roma, come fa notare il noto linguista sardo Massimo Pittau.

La mostra di Cortona sarà l’occasione per osservare gli straordinari supporti materiali che reggono questo «corpus inscriptionum», composto perlopiù da scarne testimonianze funerarie e in minima parte da consistenti contributi a carattere religioso e giuridico, nei cui confronti gli archeologici continuano a palesare riserve interpretative, e i pochi linguisti ad avanzare proposte coraggiose ma accolte con freddo distacco.

Tegola di capua

Parole degli Etruschi fra i pezzi esposti a Cortona

Parliamo dei pezzi pregiati che saranno esposti a Cortona: il già citato Liber Linteus della Mummia di Zagabria (200 righe, 1200 parole leggibili, la testimonianza più estesa arrivata ai giorni nostri), la Tegola di Capua (un calendario di cerimonie funerarie), la Tabula Cortonensis (atto giuridico riguardante una compravendita, o forse un’eredità), le lamine auree di Pyrgi (testo bilingue etrusco/fenicio), il Cippo di Perugia (arbitrato su possedimenti terrieri), il Fegato di Piacenza (un modellino in bronzo di fegato di ovino utilizzato dagli aruspici per l’arte divinatoria), il Piombo di Magliano (una lamina a forma di cuore che riporta indicazioni di preghiere).

Alfabeto Etrusco
Alfabeto Etrusco

«Con l’arrivo della scrittura in Etruria siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione antropologica e la mostra vuole esaltare questa eccezionalità — spiega Giovannangelo Camporeale, Lucumone dell’Accademia Etrusca di Cortona che ci illumina sulle parole degli Etruschi— Ancora conosciamo poco la lingua etrusca, i pannelli illustrativi saranno di carattere generale e si limiteranno a fornire un inquadramento storico- culturale dei testi». «Continuo a ripetere che la lingua etrusca non è un mistero — replica Massimo Pittau, che da 35 anni studia i testi etruschi e che recentemente ha avanzato due proposte di traduzione per il complicatissimo Liber Linteus e per il Piombo di Magliano — Possediamo un patrimonio lessicale di oltre 200.000 voci latine e greche, ed è un’assurdità pensare che un popolo che è stato in contatto con i greci e i latini, non abbia condiviso questo rapporto di reciproca influenza linguistica»

Dove e Quando:

Dal 19 marzo al 31 luglio approdano al Maec di Cortona la parole degli etruschi, con la mostra Etruschi maestri di scrittura in collaborazione con il Louvre e il Museo Henri Prade di Montpellier

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Etruschi Maestri di Scrittura

Etruschi maestri di scrittura a marzo arriva la mostra. Intanto, nasce il concorso letterario per racconti brevi.

Il 2016 sarà un anno molto impegnativo, soprattutto per il Maec che ospiterà, da marzo a luglio la mostra Etruschi maestri di scrittura realizzata assieme al Museo del Louvre e a quello di Lattes/ Montpellier (inaugurazione prevista per il 18 marzo).

Etruschi Maestri di Scrittura
Etruschi Maestri di Scrittura

Caratteristica principale della scrittura degli etruschi è che ad oggi, non è ben compresa, soprattutto per quel che riguarda  i significati specifici delle singole parole, che non presentano parentele accomunabili con lingue antiche più note, alimentando il grande alone di mistero che circonda questa affascinante civiltà.

Presso il sito archeologico di Lattes, a Montpellier, sono state scoperte recentemente delle epigrafi etrusche che testimoniano la presenza stabile di possibili mercanti di origine etrusche in territorio francese; a Cortona invece è stato ritrovato il terzo testo etrusco più lungo mai ritrovato, la cosiddetta Tabula cortonensis. Questi eventi hanno invogliato il Museo del Louvre, il Museo Henri Prades di Lattes, e il MAEC  di Cortona a progettare ed ideare una mostra che ha lo scopo di rendere conto delle ultime ricerche sul tema della scrittura degli etruschi.

TABULA CORTONENSIS
TABULA CORTONENSIS

 Etruschi Maestri di Scrittura conta di oltre 80 reperti etruschi, tra cui le lamine di Pyrgi, la Mummia di Zagabria, mostreranno la diversità delle tecniche e dei supporti della scrittura, ma anche le acquisizioni della ricerca.

Etruschi maestri di scrittura vuole evidenziare tutti questi aspetti, dimostrando, il progredire della ricerca degli studi nella grammatica e nella sintassi, tramite una rilettura o presentazione nuova di molteplici epigrafi, alcune delle quali di assoluta novità.

In attesa della mostra Etruschi maestri di scrittura, che sarà inaugurata il 19 marzo presso il Palazzo Casali di Cortona, uno degli edifici più antichi e ricchi di storia della città, dove, in oltre 2000 mq di spazio espositivo, sono esposti alcuni tra i più straordinari capolavori della civiltà etrusca, Aion Cultura ha ideato, in collaborazione con il Maec, il concorso «ScribiAmo! Narrazioni etrusche». Si tratta di una competizione incentrata su racconti inediti brevi con tema gli etruschi, al fine di giocare sul tema della scrittura degli etruschi e del suo ruolo come mezzo di comunicazione e per promuovere la fantasia di autori esordienti. La partecipazione al concorso è gratuita. Il racconto breve dovrà essere incentrato sull’ interpretazione della cultura, della scrittura e del mondo degli Etruschi. Info su www.cortonamaec.org/novita/foto/concorso_letterario.pdf.

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Museo del Maec, sarà un 2016 ricco di eventi

Museo del Maec a Cortona: ogni anno sono oltre 50mila i visitatori

Il 2016 sarà l’anno del Museo del Maec? Se il buongiorno si vede dal mattino sembra proprio di sì, almeno dalle iniziative annunciate da Comune di Cortona e Accademia Etrusca. Un museo che ogni anno vede varcare il portone di Palazzo Casali 50 mila visitatori, in maggioranza stranieri nel periodo estivo, italiani in quello di «bassa» stagione turistica.

Museo del Maec: gli appuntamenti

Primo importante appuntamento la mostra sulla «Scrittura degli Etruschi» che il 18 marzo del 2016 si trasferirà dal Museo di Lattes (Montpellier) al Museo del Maec con apertura fino al 31 luglio 2016. Mostra che in Francia sta ottenendo consensi di pubblico e ottime presenze, frutto della collaborazione avviata fin dal 2011 con «Le Collezioni del Louvre a Cortona: gli Etruschi dall’Arno al Tevere». In questa nuova mostra sulla «Scrittura Etrusca» che per un millennio ha caratterizzato tutto il bacino del Mediterraneo fra il VII secolo e il I secolo a.C. per la prima volta i testi più importanti racconteranno la misteriosa lingua etrusca in un’unica grande esposizione.

Museo del Maec
Museo del Maec

UN PROGETTO di valore mondiale che vede opere provenienti da Musei italiani (Firenze, Chiusi, Arezzo, Siena, Volterra, Perugia, Orvieto, Palermo, Pesaro), dal Museo Gregoriano Etrusco di Città del Vaticano, da musei francesi (Louvre, Biblioteca Nazionale, Museo Rodin, Lione Museo gallo-romano de Fourviere, Narbona, Museo archeologico di Aleria), dalla Germania (Museo di Berlino), dall’Algeria (Museo Nazionale delle Antichità) dalla Croazia (Museo Archeologico di Zagabria), dalla Gran Bretagnia (British Museum) e dalla Tunisia (Museo del Bardo).

Il tema della scrittura etrusca è affascinante e ci parla di una lingua e di una cultura, quella del popolo etrusco, che per un millennio ha caratterizzato tutto il bacino del Mediterraneo fra il VII secolo e il I secolo a.C. Ma il 2016 sarà anche l’anno del 50° anniversario della morte del pittore futurista cortonese Gino Severini, con l’inaugurazione di alcune nuove sale dove saranno collocate vecchie e nuove opere dell’artista, unitamente ad altre del ‘900, che andranno ad occupare l’ultimo piano di Palazzo Casali. Intanto sabato scorso, nel corso di una significativa cerimonia la Fondazione Nicodemo Settembrini ha donato un defibrillatore al Museo del Maec. Si è trattato di un gesto di grande valore che garantisce al museo di poter prevenire ed intervenire con tempestività in caso di necessità da parte del pubblico. Lo strumento, che è stato posizionato proprio nell’atrio d’ingresso del museo, è stato donato direttamente dal presidente della Fondazione, l’avvocato Nicodemo Settembrini. Presente il presidente Paolo Bruschetti e l’assessore Andrea Bernardini.

Museo del Maec: informazioni utili

MAEC – Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona
Piazza Signorelli 9
52044 Cortona (AR)
tel. 0575 630415 – 637235

 

 

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