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Festival Bluetrusco 2016 a Murlo

Murlo festeggia con Bluetrusco 2016 i 50 anni dal ritrovamento di Poggio Civitate, la scoperta piú straordinaria sull’architettura etrusca e gli scavi sono ancora in corso, con continue scoperte sorprendenti.

Murlo lo fa proponendo, per il secondo anno consecutivo, Bluetrusco 2016, unico festival dedicato all’antico popolo, ideato e organizzato dal Comune insieme a università e autorevoli enti e di cui «Archeo» è media partner.

Si tratta di un evento culturale ricco di spettacoli, sapori, esperienze, nel castello che apparteneva ai vescovi di Siena, e non solo: quest’anno, infatti, il festival si espande anche a Chiusi e Volterra. Dopo il successo della prima edizione, Bluetrusco 2016 ripropone una formula dimostratasi vincente e una straordinaria atmosfera. Luci blu, concerti di grandi artisti del jazz e del blues, nel nome della mitica nota magica della stessa cromia servono a onorare la passione etrusca per la musica. E ancora: conferenze, mostre, spettacoli, installazioni, degustazioni, cene nello stile dell’antico symposium, che si alterneranno nel corso di un lungo periodo, anche per dimostrare come le contaminazioni (gli Etruschi hanno radici anche in Anatolia) generino civiltà.

Bluetrusco 2016
Bluetrusco 2016

Bluetrusco 2016 prevede un’anteprima tra il 20 e il 22 maggio (fra i vari appuntamenti, venerdí 20, al Teatro «Pietro Mascagni» di Chiusi, Francesco Buranelli, Giuseppe M. Della Fina, Andrea Pessina e Andreas M. Steiner presentano la Monografia di «Archeo» Nel mondo degli Etruschi, un corpo centrale di eventi culturali tra il 15 e il 31 luglio (con una Notte blu il 23 luglio, e l’aggiunta di una settimana musicale fino al 7 agosto). Infine, tra il 16 e il 18 settembre, ci sarà Veduta dei borgo di Murlo (Siena), che si accinge a ospitare, insieme a Chiusi e Volterra, il festival Bluetrusco 2016, un’appendice enogastronomica. In mezzo sono in programma laboratori, visite guidate, mostre, escursioni, con riferimento il castello e il museo di Murlo, antiquarium di Poggio Civitate.

Sarà presente al Festival Bluetrusco 2016 anche la Nuova Immagine Editrice con i suoi libri sul mondo etrusco.

DOVE E QUANDO

«Bluetrusco 2016. 50 anni di Poggio Civitate» Murlo-Chiusi-Volterra tra il 20 maggio e il 18 settembre escursioni, pernottamenti, musica, mostre, eventi culturali; direzione scientifica: Giuseppe M. Della Fina Info www.bluetrusco.land; e-mail: e.lillo@comune.murlo.siena.it

Note pacchetto offerta con soggiorno promosso da Archeo

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Tomba della Colonna riaperta al pubblico

E’ stato ufficializzato, il termine dei lavori di restauro e ripristino della Tomba della Colonna. Finalmente la Tomba della Colonna nell’antica necropoli etrusca di Torano, può essere aperta al pubblico.

Alla presenza di un nutrito pubblico di appassionati, e non solo, Massimo Bambini ilsindaco di San Lorenzo Nuovo, il presidente del Gruppo Archeologico Turan, Pietro Piccirilli, ed il funzionario per la Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale, Enrico Pellegrini, hanno effettuato il taglio del nastro che riporta alla luce la Tomba della Colonna.

Tomba della Colonna - Il taglio del nastro
Tomba della Colonna – Il taglio del nastro

La Tomba della Colonna, sita nell’antica necropoli etrusca di Torano, a sud ovest del paese, fu scoperta nel 1976; la ripulitura e il recupero dei materiali, in primo luogo ceramici, scampati dai saccheggiatori, fu intrapresa, ai tempi, dalla Soprintendenza con il sostengno dei membri del Gruppo Archeologico locale. A distanza di ben 40 anni il nuovo Gruppo Archeologico di San Lorenzo Nuovo, rifondato nel 2012 sotto il nome di Turan, con il contributo del Comune e delle istituzioni preposte, si è preso l’onere di portare a compimento i lavori di ripulitura e di restauro della Tomba della Colonna al fine di renderla visitabile a tutta la comunità. Al termine dei lavori si è tenuta, nella sala consiliare, una conferenza nella quale PietroTamburini, coordinatore del Sistema Museale del Lago di Bolsena, ha presentato il libro “La Tomba della Colonna di San Lorenzo Nuovo – Un contributo alla conoscenza del Gruppo Sokra” . Il libro, che tratta gli aspetti salienti della Tomba della Colonnae dei reperti in essa ritrovati, è stato scritto dall’Archeologa Laura Ambrosini e da Enrico Pellegrini, coordinato dal locale Gruppo Archeologico Turan, finanziato dal Credito Cooperativo di Pitigliano, con il contributo della ProLoco e del Comune di San Lorenzo Nuovo. In conclusione è intervenuto anche il professor Maggiani, dell’Università Ca’Foscari, il quale ha parlato dei reperti ritrovati nei 5 anni di scavi nel “Tempio etrusco e romano di Monte Landro”, sui risultati degli ultimissimi studi e sulle sue teorie in merito alla funzione ed all’a notevole mportanza del Tempio nell’antichità.

Il sindaco, nel ringraziare le tante persone che hanno contribuito al restauro e recupero della Tomba della Colonna, alla realizzazione del libro ed all’organizzazione dell’evento, ha garantito l’impegno del comunee del Gruppo Archeologico Turan affinché per il futuro sia riservata la massima cura al “monumento” così da renderlo sempre nello stato attuale e fruibile e visitabile per tutti.

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Incontri al museo con Città e Necropoli d’Etruria

Venerdì 8 aprile sarà presentato presso il Museo Archeologico Nazionale di Orvieto, in occasione di Incontri al museo 2016, l’edizione integrale italiana di Città e Necropoli d’Etruria di George Dennis

Venerdì 8 aprile 2016, alle ore 16,30 circa, sarà presentato il libro Città e Necropoli d’Etruria ad Orvieto presso il Museo Archeologico Nazionale in occasione di Incontri al Museo. La conferenza sarà tenuta da Giuseppe Maria Della Fina, direttore scientifico della Fondazione per il Museo “C. Faina” e docente a contratto di Etruscologia presso l’Università degli Studi dell’Aquila,  firma di una delle principali riviste di archeologia in Italia:  “Archeo”.

Incontri al Museo, Città e Necropoli d'Etruria a Orvieto
Incontri al Museo, Città e Necropoli d’Etruria a Orvieto

Non si ferma quindi il viaggio in terre etrusche per Città e Necropoli d’Etruria, testo curato da Silvia Nerucci ed Elisa Chiatti, tradotto da Domenico Mantovani. Il volume è la prima edizione integrale  italiana di The Cities and Cemeteries of Etruria di George Dennis, grande archeologo ed esploratore britannico, che nell’Ottocento dedicò una fetta rilevante della sua vita alla scoperta dei luoghi etruschi. L’ edizione edita dalla Nuova Immagine Editrice di Siena è composta in  due volumi distinti ma indivisibili, per più di 1200 pagine complessive e può essere considerato un vero e proprio classico dell’etruscologia e un sorprendente libro di viaggio.

Programma Incontri al Museo

Museo Archeologico Nazionale di Orvieto (Piazza  del Duomo, 05018 Orvieto):

11 marzo – Simonetta Stopponi, Il luogo “celeste” degli Etruschi.
Al termine, presentazione dei nuovi reperti.
8 aprile – Giuseppe Maria Della Fina, George Dennis e il suo racconto di Orvieto.
Presentazione della prima edizione integrale italiana della sua opera Città e necropoli d’Etruria.Siena, Nuova Immagine, 2015.
20 maggio – Paolo Bruschetti, Sotto S. Andrea: un incunabolo dell’archeologia orvietana.
Al termine, visita guidata.
10 giugno – Claudio Bizzarri, Orvieto ipogea e le recenti indagini archeologiche.
Al termine, visita guidata.

Tutti gli incontri inizieranno alle ore 16.30

 

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Gli Etruschi a Prato, viaggio nelle origini

Gli Etruschi a Prato riuniti per la prima volta i reperti trovati nei siti poco noti da Fiesole a Artimino. Bronzi e pietre in mostra a Palazzo Pretorio da sabato fino al 30 giugno

Si preannuncia un imminente ritorno alle origini per Prato, «al fine di riconnettere la nostra storia con un non-detto durato troppo a lungo», dice Simone Mangani, assessore pratese alla cultura parlando degli etruschi a Prato. Questo lo scopo della mostra “L’ombra degli Etruschi. Simboli di un popolo fra pianura e collina”, in programma al Palazzo Pretorio dal 19 marzo al 30 giugno e curata da Paola Perazzi e Gabriella Poggesi.

Ombra degli etruschi a Prato
Ombra degli etruschi a Prato

L’ombra degli etruschi a Prato

Con tale iniziativa sono state riunite per la prima volta le principali eredità storico-artistiche lasciate dalla civiltà etrusca del VI-V secolo a.C. nei territori che collegano Fiesole ad Artimino, passando per Gonfienti, interessata da intensi scavi archeologici volti a dare la luce a tesori ancora nascosti. Ciò è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra il Comune di Prato, il Ministero dei Beni culturali e del Turismo, la Soprintendenza Archeologica della Toscana e il Polo Museale Regionale. Ciascun Museo civico della zona, e anche qualche collezionista privato, ha dato il suo contributo, permettendo così l’esposizione di oltre 30 reperti.

Bronzetto votivo etrusco (raccolta Guasti-Badiani)
Bronzetto votivo etrusco (raccolta Guasti-Badiani)

Gli Etruschi a Prato: la mostra si articola in due sezioni.

Una è dedicata ai bronzi, principalmente figure di devoti, tra cui un inedito proveniente dagli scavi di Gonfienti ed il “giovane nudo” del Museo archeologico nazionale di Firenze, ma comprendente anche una kylix (coppa) attribuita al pittore ateniese Douris. L’altra presenta una raccolta di 24 “pietre fiesolane” (su circa 40 esistenti), monumenti sepolcrali delle famiglie gentilizie definiti da Paola Perrazzi «oggetti che parlano da soli, che lanciano messaggi chiari su quali erano i valori propri della civiltà etrusca ».

Assente ma virtualmente presente, grazie al lavoro congiunto del laboratorio Vast-Lab del PIN di Prato e dell’associazione “Prisma”, è invece un’opera rinvenuta nel 1735 ai piedi della Calvana, che tuttavia dal 1824 si trova esposta al BritishMuseum di Londra. Si tratta dell’Offerente di Pizzimonte, statuetta in bronzo di 17 cm di cui il team di “Prisma” e Vast-Lab ha realizzato una fedele riproduzione partendo direttamente dall’originale, studiato e “scannerizzato” a Londra tramite sofisticate tecnologie. La mostra sugli etruschi a prato, evento di punta della stagione artistica pratese di quest’anno, non deluderà le aspettative. Organizzata nei minimi dettagli, con apposita mappa illustrativa dei territori toscani d’insediamento etrusco, presta una particolare attenzione a ricreare un’atmosfera di altri tempi, con appositi suoni e luci. Alla mostra si accompagnano poi altri eventi sul tema della civiltà etrusca, come il ciclo di 5 conferenze previste dal 2 aprile, ogni sabato, a Palazzo Pretorio, e le visite guidate a Gonfienti, Artimino e Montefortini (le date sono sul sito di Palazzo Pretorio). L’iniziativa pratese si svolge inoltre in parallelo con un’analoga mostra organizzata dal Museo dell’Accademia Etrusca e di Cortona, cui sarà possibile accedere a tariffa agevolata per i visitatori di Palazzo Pretorio.

Una stele etrusca in pietra decorata a rilievo
Una stele etrusca in pietra decorata a rilievo

Molto soddisfatto degli eventi in programma, ed in particolare della mostra pratese, è il soprintendente archeologo della Toscana, Andrea Pessina, che sottolinea come finalmente «venga fatta luce su una parte del nostro territorio meno nota al pubblico e che merita invece attenzione ».

Sabato 19 marzo, alle ore 17, l’inaugurazione della mostra, che sarà aperta al pubblico, al costo di 4 euro, a partire dal 20 marzo tutti i giorni, eccetto il martedì non festivo, con orario continuato dalle 10.30 alle 18.30. Sono previste visite guidate, ogni sabato alle 17, e laboratori didattici per i bambini nelle domeniche 20 marzo, 17 aprile e 15 maggio.

 

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Mummia di Zagabria arrivata al Maec

Cortona: mostra “Gli Etruschi maestri di scrittura” alle porte con la Mummia di Zagabria

SONO GIORNI frenetici per la macchina comunale di Cortona impegnata nell’allestimento all’interno del Maec della mostra internazionale «Gli Etruschi maestri di scrittura» in collaborazione con i il Museo del Louvre e Museo Henri Prades di Lattes. Ieri mattina alla presenza del sindaco Francesca Basanieri insieme a Laurent Haumesser curatore del museo del Louvre e ai tecnici della Soprintendenza Archeologica sono state aperte le casse contenenti i famosi reperti che saranno in mostra da venerdì 18 marzo. Tra quelli più attesi c’è sicuramente le bende della Mummia di Zagabria, il testo etrusco più lungo ed anche con la storia più sorprendente.

Mummia di zagabria
Mummia di zagabria

Nel 1862, un collezionista croato ha donato al museo di Zagabria una mummia acquistata qualche anno prima in Egitto. Era avvolta in strisce di lino con uno scritto che prima non si era riusciti a decifrare. Fu solo nel 1892 che si capì che si trattava di un testo etrusco. «Le strisce formavano originariamente un libro – ha spiegato Laurent Haumesser – Si tratta di un calendario rituale fatto di prescrizioni e di preghiere. E’ probabile che il libro appartenesse ad un sacerdote etrusco che ha soggiornato in Egitto. Quando non è più servito è stato tagliato a strisce per avvolgere la mummia».

Etruschi Maestri di Scrittura
Etruschi Maestri di Scrittura

UN EVENTO nell’evento, visto che da quando il reperto è finito nelle mani del museo croato, non era mai stato dato in prestito. Per ospitare l’opera è stato necessario allestire una sala climatizzata con una temperatura costante di 19 gradi che ne permetta al meglio la sua conservazione. «E’ davvero un orgoglio per la città – ha sottolineato il sindaco Basanieri – aver ottenuto queste opere e di questo dobbiamo ringraziare anche i nostri partner del museo del Louvre e di Montepellier.

Questa mostra è un appuntamento imperdibile per gli appassionati di archeologia e siamo certi che otterrà il successo che merita». Saranno oltre 100 i pezzi in esposizione che rappresentano le testimonianze più interessanti dell’epigrafia etrusca, provenienti da alcuni dei più importanti musei del mondo. L’appuntamento cortonese rappresenta un nuovo punto di arrivo per lo studio di questo affascinante popolo, a distanza di 30 anni dall’ultima mostra specifica e permette dimettere in luce importanti risultati. «Conosciamo già molto della lingua etrusca e della scrittura – sottolinea ancora Haumesser – grazie ad un lavoro tenace e paziente dei ricercatori che ci hanno permesso di fare grandi progressi. La speranza è quella di aggiungere ulteriori tasselli, come quelli ottenuti grazie alla scoperta della Tabula Cortonensis, che permettano nuovi passi avanti nella ricerca».

AL MUSEO La macchina organizzativa dell’evento è già attiva per l’allestimento della kermesse che inizia venerdì
AL MUSEO La macchina organizzativa dell’evento è già attiva per l’allestimento della kermesse che inizia venerdì

L’inaugurazione della mostra è in programma venerdì alle 15,30 al Teatro Signorelli a cui seguirà il taglio del nastro ufficiale e potrete cogliere l’occasione di vedere per la prima volta in Italia la Mummia di Zagabria.

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La lingua etrusca e i codici di comunicazione

La questione dell’origine della lingua etrusca, e in particolare delle sue relazioni con la famiglia indoeuropea, che rappresenta la componente linguistica più estesa e diffusa in tutta la penisola italica in epoca pre-romana, costituisce uno dei temi più accesi nel dibattito sulla storia e le origini di questo idioma.

Benché tracce di elementi in comune con varie lingue indoeuropee siano state variamente individuate e documentate da diversi studiosi, a oggi la comunità scientifica rimane piuttosto concorde nel definire la lingua etrusca come genealogicamente isolata, per la quale non è possibile documentare o ricostruire con certezza scientifica alcuna parentela genealogica con altre lingue o gruppi linguistici già noti. La lingua etrusca è documentata anche fuori dai confini dell’Etruria propriamente intesa: per quanto riguarda la penisola italica, oltre che in Toscana (e cioè nell’area geografica corrispondente a grandi linee all’antica Etruria), la presenza di documenti in lingua etrusca è attestata almeno anche in Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Lazio, Umbria e Campania.

Lingua etrusca
Lingua etrusca

Secondo Cristina Guardiano, studiosa e docente di glottologia e linguistica, presso il dipartimento di comunicazione ed economia dell’università di Modena e Reggio Emilia, la documentazione è redatta in un alfabeto molto simile a quello greco: per questo motivo, la lettura dell’alfabeto etrusco non ha mai creato, fra gli studiosi, sostanziali o insolvibili problemi. “Più complicata – afferma la professoressa Guardiano – è stata, invece, la decifrazione della lingua , principalmente per il fatto che essa, come si è già detto, non sembra presentare nessuna affinità dirimente con altre già note o documentate”. Una difficoltà importante nella decifrazione della lingua etrusca è data dal fatto che la maggior parte della documentazione a disposizione consiste di testi molto brevi (come, ad esempio, nomi propri di persone o divinità). Solo grazie al ritrovamento di testi più lunghi (come il Liber Linteus, che contiene un testo di più di mille parole, la Tegola di Capua o la Tabula Cortonensis, che ne hanno qualche centinaio per ciascuna), di un’iscrizione bilingue (contenuta nelle Lamine di Pyrgi), si sono resi possibili innanzitutto la ricostruzione di una parte del lessico di base e poi l’individuazione di alcune caratteristiche morfologiche (un sistema di declinazioni e classi nominali, un sistema di casi, un sistema di classi aggettivali, etc.), per le quali si ritiene che la lingua appartenga al tipo cosiddetto “agglutinante”. In questa tipologia di linguaggio, ogni relazione grammaticale è espressa attraverso un morfema dedicato, esiste un sistema di pronomi personali, l’espressione della negazione, il sistema dei numerali e poco altro. Impossibile, invece, è ricostruire le caratteristiche di costruzioni sintattiche più estese: la brevità, e la natura stessa, dei documenti a nostra disposizione non permettono di costruire nessuna ipotesi affidabile su questi aspetti. La ricostruzione della storia linguistica degli etruschi rimane per gli studiosi contemporanei una sfida affascinante e intensa: al contrario che nel passato, però, i ricercatori possono oggi contare sui progressi degli studi linguistici, della storia, dell’archeologia, dell’antropologia e della genetica che, soprattutto in una situazione di documentazione complessa come quella descritta, costituiscono supporti cruciali per complementare i dati e le ipotesi a disposizione.

Per saperne di più consigliamo di andare a vedere la mostra a Cortona “Etruschi Maestri di Scrittura”

Le parole degli Etruschi a Cortona
Le parole degli Etruschi a Cortona

Metodi di decifrazione della lingua Etrusca

Per la decifrazione, gli studiosi si sono serviti, con esiti alterni, di tre metodi principali: il metodo comparativo, basato sul confronto (prevalentemente di parole o parti di esse) con altre lingue, allo scopo di individuare elementi comuni e, dunque, tracce di affinità genealogiche; il metodo ermeneutico o combinatorio, che studia le relazioni interne fra singole parole nei testi e si basa sulla relazione fra i testi e i loro contesti materiali e culturali, e cioè sul presupposto che non è possibile decifrare una lingua prescindendo dal contesto antropologico e culturale nel quale essa si è prodotta; il metodo tipologico-strutturale, che è basato sul confronto con altre lingue ma, al contrario di quello comparativo, non ha l’obiettivo di individuare relazioni etimologiche e, anziché parole o parti di esse, osserva aspetti legati al tipo di costruzione della frase.

 

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Ombra degli etruschi a Prato

Ombra degli Etruschi a Prato

Il Palazzo Pretorio di Prato ospiterà la rassegna l’ombra degli Etruschi in programma dal 19 marzo al 30 giugno

Un patrimonio storico-culturale tutto ancora da scoprire da Artimino a Fiesole, passando obbligatoriamente per il sito archeologico di Gonfienti. Prato ha un forte legame con la civiltà etrusta e il Museo di Palazzo Pretorio, fulcro del patrimonio storico-culturale cittadino vuole riallacciare i rapporti con l’antica civiltà, dedicando un’interessantissima mostra alle popolazioni etrusche che si stanziarono a Nord del fiume Arno, nella zona di Firenze-Prato-Pistoia, del Mugello/Val di Sieve e del Montalbano.

Ombra degli etruschi a Prato
Ombra degli etruschi a Prato

La mostra, che si intitola “L’ ombra degli Etruschi. Simboli di un popolo fra pianura e collina”, è allestita nell’area al piano terra del Museo di Palazzo Pretorio, è prevista dal 19 marzo al 30 giugno. Saranno esposti dieci bronzetti e ventiquattro monumenti in pietra tra cui cippi e stele decorati a rilievo ed appartenenti alle famiglie gentilizie che mettevano sulle rispettive tombe le proprie immagini, quelle che volevano che arrivassero all’esterno. Una particolare sezione della mostra L’ombra degli Etruschi sarà interamente dedicata alle pietre fiesolane, tra le produzioni che caratterizzano nel modo migliore questa notevole porzione di territorio che si estende fra pianura e collina dal Mugello alla Val di Sieve, dall’area prettamente fiorentina e fiesolana fino ad arrivare alla zona pratese e pistoiese.

La kylix (coppa) attica a figure rosse, attribuita al celebre pittore ateniese Douris, in mostra a Prato
La kylix (coppa) attica a figure rosse, attribuita al celebre pittore ateniese Douris, in mostra a Prato

Perchè proprio Prato dovremmo scegliere per scoprire gli Etruschi?

In attesa che il sito archeologico di Gonfienti diventi accessibile ai cittadini, il merito di “L’ ombra degli Etruschi” è quello di riuscire a cogliere in modo molto omogeneo il reale significato di questa produzione di reperti, scoprento il mondo del sacro e dell’aldilà, unendo in una sede unica, per la prima volta, i pezzi più importanti epregiati in funzione. Per mettere in risalto il nucleo dei materiali pratesi e il profilo delle pietre fiesolane è stato ideato un suggestivo gioco di luci e di ombre: l’allestimento della mostra Ombra degli Etruschi è stato creato dall’architetto Francesco Procopio, e punta a cogliere l’attenzione del visitatore rievocando suggestioni di altre epoche.

Una stele etrusca in pietra decorata a rilievo
Una stele etrusca in pietra decorata a rilievo

La mostra è curata da Giuseppina Carlotta Cianferoni (Polo Museale della Toscana), Paola Perazzi, Gabriella Poggesi e Susanna Sarti (Soprintendenza Archeologia della Toscana), con la collaborazione della conservatrice del Museo Rita Iacopino, ed è promossa dal Comune di Prato, Mibact, Soprintendenza Archeologia della Toscana, con la collaborazione del Polo Museale della Toscana.

Bronzetto votivo etrusco (raccolta Guasti-Badiani)
Bronzetto votivo etrusco (raccolta Guasti-Badiani)

Informazioni sulla mostra L’ Ombra degli Etruschi a Prato

La mostra è visitabile tutti i giornidalle 10.30 alle 18.30 (escluso il martedì), il biglietto d’ingresso è di 4 euro. Info: www.palazzopretorio.prato.it

Depliant ombra etruschi
Depliant ombra etruschi
Depliant ombra etruschi
Depliant ombra etruschi
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Città e Necropoli d’Etruria fa tappa a Viterbo

Sabato 27 febbraio sarà presentato presso il Salone del IV Stato del Museo delle Tradizioni Popolari di Canepina nei pressi di Viterbo, l’edizione integrale italiana di George Dennis Città e Necropoli d’Etruria.

Sabato 27 febbraio a Canepina, in provincia di Viterbo, sarà presentato “Città e Necropoli d’Etruria” di George Dennis. Le curatrici Elisa Chiatti e Silvia Nerucci saranno presenti alla presentazione coordinata da Quirino Galli; relatore Pietro Tamburini. Il Museo Delle Tradizioni Popolari di Canepina occupa una buona parte dell’antico convento dei frati Carmelitani. L’ubicazione del Museo nella seicentesca struttura, ormai di proprietà del Comune dopo il 1870, fu voluta dal Sindaco Rosato Palozzi.

locandina città e necropoli a viterbo
Locandina Città e Necropoli d’Etruria a Viterbo

Città e Necropoli d’Etruria, è stato  tradotto da Domenico Mantovani, ed è la primissima edizione italiana integrale del famosissimo The Cities and Cemeteries of Etruria di George Dennis, diplomatico, esploratore, ed archeologo britannico, che a nell’Ottocento dedicò parte della sua attività alla scoperta e riscoperta degli Etruschi e dell’antica Etruria. La nuova edizione, appena stampata, è composta in  due volumi non divisibili, per oltre 1200 pagine complessivamente e può essere considerato un classico degli etruschi e dell’etruscologia e allo stesso tempo un affascinante libro di viaggio.

 

INFORMAZIONI UTILI

MUSEO DELLE TRADIZIONI POPOLARI DI CANEPINA
LARGO MARIA DE MATTIAS, 7
(EX CONVENTO DEI CARMELITANI)

Direttore del Museo

Prof. Quirino Galli

 

 

 

 

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Etruschi, maestri di scrittura al Maec

“Etruschi maestri di scrittura” sarà inaugurata a Cortona il 19marzo. Fra i reperti provenienti da mezzo mondo la mummia di Zagabria, le lamine di Pyrgi, il vaso per profumo del Louvre

Si apre una finestra sulla scrittura etrusca grazie alla mostra “Etruschi maestri di scrittura” che il 19 marzo sarà inaugurata a Cortona, progettata congiuntamente dalla città toscana insieme al Louvre e al Museo Henri Prades di Lattes. Istituzioni che già nel 2011 avevano proficuamente cooperato per un’altra iniziativa, “Gli etruschi dall’Arno al Tevere: le collezioni del Louvre a Cortona”, premiata da un notevole successo di pubblico. Il tema della scrittura etrusca ci rimanda a un popolo e una cultura che con conquiste, commerci, idee, storie in tutto il bacino del Mediterraneo sono stati protagonisti fra il settimo e il primo secolo avanti Cristo. L’arrivo dell’alfabeto dalla Grecia verso la fine del settimo secolo è l’aspetto culturalmente più qualificato e più qualificante di un movimento che ha portato nelle nostre terre manufatti, uomini, esperienze, idee che hanno segnato un’autentica rivoluzione socio culturale.

Etruschi maestri di scrittura
Etruschi maestri di scrittura

Maestri di scrittura: un vuoto di 30 anni.

Da oltre tre decenni non si facevano iniziative di così alto livello internazionale su un argomento tanto dibattuto e affascinante. Il vuoto si colma ora con questo grande evento archeologico alla luce anche delle recenti scoperte di epigrafi vicino a Montpellier e al ritrovamento nel 1992 della “Tabula cortonensis”, che è il terzo testo etrusco in ordine di lunghezza fra quelli esistenti, un testo che ha aperto nuovi orizzonti sul diritto privato e più in generale sulla cultura etrusca in età ellenistica.

Cortona capitale etrusca, grazie ai maestri di scrittura

Ora per questi “Etruschi maestri di scrittura” lo sforzo organizzativo è stato ben più ampio e la stessa ricerca più approfondita. Come più lunga sarà la tenitura. I reperti, gli oggetti, le opere che provengono da alcuni dei più importanti musei del mondo, resteranno in mostra nelle sale di Palazzo Casali in piazza Signorelli, sede del Maec (Museo dell’Accademia etrusca e della Citta di Cortona) fino alla fine di luglio. Lungo il percorso spiccano alcune delle testimonianze più importanti dell’epigrafia etrusca. Autentiche rarità per non dire capolavori. Come la Mummia di Zagabria o le lamine di Pyrgi, il vaso per profumo che arriva dal Louvre, o l’iscrizione sul “fegato di Piacenza” dal museo di Palazzo Farnese, pezzi che con tutti gli altri illustreranno, come mai prima d’ora era stato fatto, la diversità dei supporti e delle tecniche di scrittura.

Etruschi Maestri di Scrittura
Etruschi Maestri di Scrittura

La lingua misteriosa dei Maestri di scrittura.

Oggetto di profondi studi, l’idioma etrusco resta per certi versi ancora misterioso. Sono infatti irrisolti i significati specifici di molte parole, in particolare quelle che non presentano parentele con le lingue antiche più note. La difficoltà di comprensione dipende essenzialmente dalla scarsità di testi lunghi e dalla ripetitività dei testi brevi che ci sono giunti, quasi esclusivamente di natura funeraria, giuridicao commerciale. Iscrizioni ed epigrafi. L’esposizione di Cortona intende dimostrare i progressi negli studi nella sintassi e nella grammatica, attraverso una rilettura e una nuova interpretazione di molti epigrafi e alcune novità assolute. Le iscrizioni infatti (siano esse su oggetti di uso quotidiano o di culto, su statue o su atti) saranno classificate per settori di appartenenza: dalla sfera del rito a quella del sacro, dall’ambito funerario a quello giuridico. Un altro aspetto importante riguarderà i supporti e le tecniche scrittorie, le modalità di insegnamento e di trasmissione dell’alfabeto, le tipologie letterarie attestate, le vicende, talora avventurose, di alcuni testi.

Lamine di Pyrgi
Lamine di Pyrgi

Passato e futuro degli etruschi, maestri di scrittura.

Senza dimenticare la grande attenzione che sarà riservata all’allestimento di Palazzo Casali: un allestimento a suo modo futuribile, che godrà delle più moderne tecniche di lettura e comunicazione, non solo per scopi didattici, e che secondo i curatori dovrebbe trasformare il segno della scrittura etrusca in una forma d’arte, al limite del design, grazie anche al contributo di una grafica innovativa e coinvolgente. Numerose infine saranno le iniziative collaterali previste per tutto il periodo dell’evento, conferenze, convegni, incontri, allo scopo di approfondire i temi illustrati nelle varie sezioni del percorso espositivo, mentre una particolare attenzione sarà rivolta alla scomparsa della lingua e alla sua interpretazione, oggi resa possibile dalla continua ricerca e da studi approfonditi sia di tipo glottologico che archeologico. «Cortona è il polo attrattore della rete toscana di un centinaio di musei archeologici nell’ ambito del programma di valorizzazione del patrimonio storico artistico che vogliamo completare nei prossimi anni» ha detto l’assessore alla cultura regionale Monica Barni nel presentare l’iniziativa, sottolineando che «si tratta di una delle più importanti mostre archeologiche organizzate in questo 2016 nel nostro Paese».

Info www.cortonamaec.org

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Infinito etrusco nasce un distretto con Chiusi Murlo e Volterra

Infinito etrusco è un patto che unisce tre comuni etruschi al fine di sviluppare e dare una spinta considerevole al turismo

Nasce Infinito etrusco, un progetto culturale ed economico che unirà per almeno 5 anni i comuni di Chiusi, Murlo e Volterra con l’obiettivo dichiarato di istituire un distretto in grado di intercettare finanziamenti, creare servizi e prodotti turistici per i territori di competenza attraverso il minimo comun denominatore dell’antica civiltà etrusca che accumuna le tre realtà.

Infinito etrusco è un patto che unisce tre comuni etruschi al fine di sviluppare e dare una spinta considerevole al turismo
Infinito etrusco è un patto che unisce tre comuni etruschi al fine di sviluppare e dare una spinta considerevole al turismo

Allo studio varie iniziative per facilitare gli interscambi di turisti tra questi paesi, a partire da eventi e manifestazione in comune. L’intesa è stata firmata al palazzo comunale di Chiusi alla presenza del primo cittadino Juri Bettollini, sindaco di Murlo Fabiola Parenti, dell’assessore al sistema Chiusipromozione Chiara Lanari, del  dell’assessore alla cultura di Volterra Alessia Dei e della consigliera Tiziana Garfagnini.

«Il messaggio che parte con questa firma – annuncia Bettollini – è quello di rilanciare la cultura al fine di valorizzare i nostri territori. La nostra storia può valorizzare grandi elementi di eccellenza e di attrattività. Gli attuali progetti in sinergia tra città diverse lo dimostrano. Abbiamo bisogno di mostrare le nostre bellezze e di incuriosire più persone possibili così da far conoscere ad un pubblico vasto le meraviglie di un territorio dalle grandi potenzialità e che anche attraverso progetti come questo può essere promosso nel migliore dei modi».

Soddisfatta anche l’assessore Lanari: «I progetti di valorizzazione che partono dalla cultura del nostro passato e ci proiettano nel futuro sono fondamentali – ha detto –, tutto questo è ancora più importante nel momento in cui parliamo di etruschi perché possiamo apprezzare una cultura e una storia che arriva da lontano ma che ancora oggi ci può far scoprire o riscoprire dei territori attraverso una radice comune molto preziosa. Auspichiamo di avviare attività promozionali che attraverso la sinergia e l’unione riescano ad avere importanti ricadute sia dal punto di vista culturale che turistico ».

Città e Necropoli d'Etruria
Città e Necropoli d’Etruria

Entusiasta pure il sindaco di Murlo di infinito etrusco : «Siamo partiti dall’idea di unire i territori attraverso la cultura comune e quindi attraverso gli etruschi – ha detto – Personalmente ho sempre amato la civiltà etrusca e quando mi sono trasferita dalla provincia di Pisa a quella di Siena ho scelto una città nella quale gli etruschi vivono ancora oggi. Sicuramente questo progetto è ambizioso e rappresenterà un impegno continuo nella valorizzazione dei nostri territori».

Anche i rappresentanti di Volterra hanno detto la loro su Infinito Etrusco : «Grazie a questo protocollo d’intesa potranno essere attivati percorsi che faranno riscoprire i nostri territori attraverso le radici comuni della nostra cultura e questo porterà sicuramente un arricchimento culturale e personale».

Volterra - Guida alla città e ai dintorni
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