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Idioti ed imbecilli , la storia Bambini salvati al San Niccolò

SALA SANT’ANSANO, IL LIBRO DI VASCONETTO

« IDIOTI ed imbecilli » è il libro di Costante Vasconetto che oggi, alle 18, sarà presentato nella sala Sant’Ansano del Santa Maria della Scala. Il titolo racchiude la percezione che un tempo si aveva delle persone malate di mente, di quelle facilmente etichettate come
«pazze» o «folli». L’occhio e la penna di Vasconetto si soffermano sui bambini affetti da determinate patologie.

Il suo è un piccolo libro ricco di foto, che racconta un momento importante della storia
della città. Era il 1880 quando per la prima volta al San Niccolò, all’epoca ospedale psichiatrico, ora sede universitaria, furono accolti bambine e bambini con problemi e disagi mentali. Abbandonati a se stessi qui potevano trovare una casa e un aiuto. Le cure arrivarono nel 1911, quando venne inaugurato l’Istituto D’Ormea.

Fu un grande passo avanti, perché mentre nel resto del mondo si usavano terapie come l’elettroshock, qui i metodi erano la scuola, il lavoro, l’elioterapia, la ginnastica, soprattutto il mare. I bambini studiavano, imparavano un mestiere, giocavano, correvano all’aria aperta e provavano la sensazione della brezza marina sul viso.

Era la prima volta che in Italia una istituzione caritatevole, la Società di Esecutori di Pie Disposizioni, dava vita ad un reparto di degenza per piccoli ricoverati. Ma non era la prima volta che Siena dimostrava le sue grandi doti di accoglienza. Era forte l’eredità lasciata
dal Santa Maria della Scala che da secoli accoglieva e curava anche i più piccoli. E proprio per questo che il libro di Vasconetto, arriva nei locali dell’ex Spedale.

L’attrice Paola Lambardi leggerà alcuni brani; dopo sarà proiettato il film di Giulio Manfredonia ,«Si può fare – Da vicino nessuno è normale, ispirato alle storie delle cooperative sociali nate negli anni ’80 per dare lavoro ai pazienti dimessi dai manicomi.

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Firenze Libro Aperto dal 17 febbraio

Firenze Libro Aperto: nasce un nuovo festival; da venerdì 17 a domenica 19 alla Fortezza da Basso

Da ven 17 a dom 19 alla Fortezza da Basso, I edizione di Firenze Libro Aperto una nuova manifestazione di respiro nazionale che si inserisce nella complessa filiera dell’editoria e dei suoi protagonisti.

Oltre 100 case editrici annunciate, riunite in un open-space all’interno del padiglione Spadolini, centinaia di ospiti di fama Internazionale, un programma ricco di presentazioni, incontri, laboratori, spettacoli, letture, concerti e premi letterari.

Firenze Libro Aperto 2017

La manifestazione affronta il grande interrogativo “Le parole non bastano più?” analizzando i mutamenti del linguaggio, anche in relazione ai cambiamenti sociali e alla globalizzazione.

II Festival è patrocinato da Regione Toscana, Comune di Firenze, Città Metropolitana di Firenze, ideato e organizzato da FBS Eventi, con la Direzione Generale di Paolo Cammilli e la Direzione Artistica di Chiara Bentivegna.

Firenze Libro Aperto: presentazioni libri, riviste e tavole rotonde

Affrontate tematiche di attualità, come immigrazione, violenza sulle donne, “post verità” e incontri con autori. Qui spiccano lo scrittore americano pulp Joe R. Lansdale, lo scrittore e poeta marocchino Tahar Ben Jelloun, l’alpinista e scrittore Mauro Corona con il suo ultimo romanzo La via del sole; gli scrittori Andrea De Carlo con L’imperfetta meraviglia, Gianni Biondillo col nuovo romanzo Come sugli alberi le foglie, ispirato alla figura dell’architetto futurista Antonio Sant’Elia, il giornalista e saggista Filippo La Porta con il saggio Indaffarati, la scrittrice di romanzi fantasy Licia Troisi e molti altri, tra i quali: Alessia Gazzola, Diego De Silva, Andrea Scanzi, Enzo Fileno Carabba, Marco Vichi, Sergio Staino e Federico Palmaroli,

Firenze Libro Aperto – Morgan

Firenze Libro Aperto: ragazzi e bambini

Uno speciale spazio dedicato e curato da Teresa Porcella ospita libri per l’infanzia con autori come Donienico Barillà, Grazia Gotti, Patrizia Rinaldi, Anna Sarfatti, Sara Marconi, Luisa,Mattia e illustratori come Otto Cabos, Sophie Fatus, Fuad Aziz, Simone Frasca; previsti laboratori d’arte, musica, illustrazione e spettacoli: Violeta Cantora dedicato alla cantautrice e artista cilena Violeta Parra, Il Cuore di Chisciotte con le immagini di Gek Tessaro o Non insegnate ai bambini, recital ispirato alle canzoni di Gaber.

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Il 12 gennaio a Milano è Tempo di Libri

A Milano è Tempo di Libri è tempo di Asli Erdogan, con Pinar Selek Sulla libertà di pubblicazione e di stampa, oggi, in Europa

Dove ci sono libri lì vivono le idee, libere e in movimento. O almeno così dovrebbe essere. La prima delle anteprime di Tempo di Libri, che arricchiranno il percorso di avvicinamento alla nuova Fiera dell’Editoria Italiana (in programma a Fiera Milano Rho dal 19 al 23 aprile 2017), invita a una riflessione civile sui contesti e i regimi che negano la libertà di pensiero e di stampa. E la affida alla sociologa turca Pinar Selek, antimilitarista e attivista per i diritti umani, che il 12 gennaio a Milano nella Sala Piccola del Teatro Dal Verme (ore 18.30) ne discuterà con Lirio Abbate in un incontro moderato da Marino Sinibaldi a partire dal libro Il mandarino meraviglioso (traduzione di Giulia Ansaldo, Keller editore) della scrittrice e giornalista turca Asli Erdogan, detenuta in carcere dal 19 agosto scorso e che rischia l’ergastolo.

Tempo di LIbri a Milano, Fiera Rho
Tempo di LIbri a Milano, Fiera Rho

Nell’alfabeto speciale di Tempo di Libri – ventisei lettere per altrettante parole chiave (più una, @), autentiche bussole per orientarsi fra temi e incontri – questo appuntamento rimanda alla lettera D come dissidente, come Asli Erdogan e la stessa Pinar Selek, sulla quale pure pende una richiesta di condanna all’ergastolo in Turchia e che da anni vive in Francia.

Per Tempo di Libri racconterà cosa significa testimoniare con la propria vita contro violenze e ingiustizie, perché la libertà di opinione e la libertà di pubblicazione, in un mondo plasmato dalle parole, vengono forse ancora prima dell’alfabeto, sono l’orizzonte di possibilità per pensieri e azioni.

Tuerkische Autorin Pina Selek in Berlin, Foto Amelie Losier
Tuerkische Autorin Pina Selek in Berlin, Foto Amelie Losier

Durante l’incontro, in risposta all’appello dell’editore turco di Asli Erdogan – che con la campagna Io leggo Asli Erdogan ha chiesto alle donne di tutto il mondo di offrire la propria testimonianza leggendo, nelle proprie lingue madri, frasi tratte dai suoi libri – Silvia Ballestra, Alessandro Bertante, Helena Janeczek, Federica Manzon, Alessandro Mari, Marco Missiroli e Bianca Pitzorno leggeranno un brano da Il mandarino meraviglioso e ne firmeranno le copie, come hanno fatto gli scrittori turchi all’ultima fiera dell’editoria di Istanbul.

Asli Erdogan
Asli Erdogan

Asli Erdogan è fra le più importanti rappresentanti della letteratura turca contemporanea: i suoi libri sono stati tradotti in 17 lingue, ha vinto molti importanti premi letterari in Turchia e in Europa, è stata candidata della rivista francese Lire come una dei “50 scrittori del futuro”, quelli che lasceranno il segno nel ventunesimo secolo, e recentemente si è aggiudicata il premio Tucholsky, presentato dal PEN svedese mentre era in prigione.

Il 17 agosto scorso, infatti, subito dopo il fallito colpo di stato militare in Turchia, è stata arrestata insieme ad altri giornalisti del quotidiano filo-curdo Özgür Gündem (Agenda Libera) con l’accusa di “incitazione al disordine”, “propaganda terroristica” e “appartenenza a un’organizzazione terrorista” (il riferimento è al Partito dei lavoratori del Kurdistan, Pkk). Nelle lettere che continua a scrivere dalla prigione, Asli Erdogan lancia un monito all’Europa: “Non solo la libertà di pensiero, ma anche la coscienza è stata messa sotto giudizio”.

www.tempodilibri.it

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Lucia Della Porta parla dell’editoria italiana

Lucia Della Porta (Pisa Book Festival) fa il punto sull’andamento di un settore in forte ripresa.

La più grande industria culturale in Italia è quella del libro, in base al rapporto sull’editoria pubblicato nel 2015 sui ‘Quaderni del giornale della libreria’.

I numeri la dicono lunga: la filiera editoriale nel 2014 ha sviluppato in totale un fatturato di 2,558 miliardi di euro. Lucia della Porta – imprenditrice, editrice e ideatrice dell’ormai blasonato «Pisa Book Festival» che miete consensi anno dopo anno – fa il punto sull’andamento di un settore in forte ripresa.

Lucia Della Porta
Lucia Della Porta

«Se si considera – afferma Lucia Della Porta – che il 38-39% del valore del mercato di librerie, librerie online, Gdo, continua a esser realizzato da case editrici che non fanno parte dei principali gruppi editoriali, si può dedurre che la vitalità produttiva, editoriale, culturale e innovativa dei piccoli emedi editori è fondamentale per l’industria in generale.

Gli editori indipendenti sono una ricchezza e contribuiscono a promuovere la lettura, perché mettono in circolo autori poco conosciuti che i grandi gruppi non hanno interesse a pubblicare. Le case editrici che pubblicano dai 2 ai 50 titoli sono 6.524; 759 quelle che pubblicano dai 51 ai 100 titoli e, infine, 232 quelle che pubblicano fino a 300 titoli l’anno».

«In Italia – prosegue Lucia Della Porta – si possono individuare tre poli editoriali, quello lombardo, quello laziale (in realtà romano: 19,2%), quello emiliano (molto staccato: solo al 9,0%). Pubblicano da soli il 58,9% delle novità e delle nuove edizioni che escono nel nostro Paese.

Segue subito dopo l’area toscana, che con il suo 6,2% è comunque rilevante sul mercato non solo per i numeri,ma anche per la qualità dei titoli. Penso a case editrici storiche come Giuntina, Libreria Editrice Fiorentina, Pacini Editore, Polistampa. Allo stesso tempo negli ultimi anni abbiamo visto nascere e affermarsi un mix di piccoli editori, che hanno saputo avviare progetti».

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Per tutti il Pisa Book è diventato un punto di riferimento professionale, utile al confronto, nonché vetrina per far conoscere al pubblico il proprio catalogo e, soprattutto, le novità autunnali. «È una vetrina – continua Lucia Della Porta – importante perché si svolge in una città come Pisa, di altissimo livello culturale.

Guardo con ottimismo verso il futuro, poiché laddove vi è qualità e selezione nella scelta del proprio catalogo vi è anche una risposta positiva da parte dei lettori. Penso ad esempio agli editori

junior, che con i libri illustrati si sono conquistati una fetta delmercato che non interessava ai grandi editori.

Vedo poi le nuove tecnologie come una grande opportunità che i piccoli sapranno cogliere molto più dei grandi e che soprattutto sarà di aiuto per quello resta il grande problema della distribuzione».

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Pisa Book, si scaldano i motori

Tre giorni al Palacongressi: novità, ospiti, oltre 200 eventi Scatta la carica dei 160 editori del Pisa Book Festival

Quattordici anni di Pisa Book festival. E i numeri, anche per questa edizione, si confermano in crescita: 160 editori, oltre 200 eventi nell’arco di tre giorni, da venerdì 11 a domenica 13 al Palacongressi (orario 10-20).

Pisa Book Festival 2016
Pisa Book Festival 2016

L’editoria italiana – piccola e indipendente – ha nuovamente scelto Pisa portando con sè autori, novità e firme. Un programma intensissimo (http://www.pisabookfestival.com) che ieri è stato presentato nell’auditorium di Palazzo Blu dalla direttrice artistica Lucia Della Porta, dal presidente della Fondazione Pisa Claudio Pugelli, dal sindaco Marco Filippeschi, dall’assessore alla cultura Andrea Ferrante e da Marinella Pasquinucci, vicepresidente della Fondazione Palazzo Blu.

Un programma che spazierà dalla letteratura contemporanea all’area junior, passando per politica, attualità, arte.

Sarà l’Irlanda il paese ospite e a guidare la delegazione degli autori sarà la scrittrice Catherine Dunne, che terrà il discorso inaugurale venerdì 11 alle 11 nella Sala Pacinotti. La scrittrice incontrerà i ragazzi delle scuole e sabato presenterà il suo ultimo libro «Un Terribile Amore» (sabato 12 ore 16).

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Domenica sarà di nuovo al Pisa Book per dialogare con i giornalisti Laura Montanari e Fabio Galati (ore 12) e per il firma-copie. Ma gli ospiti sono davvero tanti: Mauro Corona presenterà «La Via del Sole» (sabato 12 ore 18); l’umorista Sergio Staino la sua autobiografia (sabato 12 alle 18); lo svedese Bjorn Larsson tornerà a Pisa con «Raccontare il Mare» pubblicato con Iperborea (sabato 12 alle 15).

E ancora: Andrea Marcolongo, ex ghost-writer di Renzi, presenterà «La Lingua geniale» (venerdì 11 alle 12); Marco Malvaldi, di casa al Pisa Book Festival, farà divertire il pubblico con «Sei Casi al Barlume» (domenica 13 ore 18); Ignazio Marino sarà al Palacongressi con «Un marziano a Roma» (domenica 13 ore 18). Due gli appuntamenti che vedranno protagonista il pisano Sergio Costanzo: venerdì 11 alle 11 dialogherà con i ragazzi delle scuole superiori a partire dal suo libro «I racconti della mano destra» (Marchetti editore) mentre domenica 13 alle 10 debuterrà con «Ibelin», il libro che svela il segreto dell’origine dei templari (Linee Infinite).

Confermata la sezione del Pisa Book curata da Vanni Santoni che si interroga sulle peculiarità di essere scrittori in Toscana. Sulla scena nomi affermati ma anche giovani promettenti: Pietro Grossi, Luca Ricci, Emiliano Gucci, Alessandro Raveggi e Simona Baldanzi. Da segnalare, infine, la mostra a Palazzo Blu del pittore e illustratore cinese Chen Jiang Hong visitabile fino al 5 febbraio (inaugurazione il 10 alle 18).

Pisa Book Festival 2016
Pisa Book Festival 2016

Pisa Book Festival Info utili

Da venerdì 11 a domenica 13 orario 10-20.

Biglietti: 5 euro, ridotto 4, abbonamento due giorni 7.

Venerdì ingresso gratuito per tutti

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Crowdbooks pubblicare libri ora è più facile

Stefano Bianchi, editore con il crowdfunding: ha ideato la piattaforma Crowdbooks che raccoglie soldi per opere di nicchia

Si chiama Crowdbooks ed è una piattaforma on-line nata per raccogliere fondi per pubblicare libri di fotografia e d’arte, e da dove vengono gestite le fasi successive della pubblicazione e distribuzione. L’ha inventata il livornese Stefano Bianchi, 42 anni, grafico, art director e adesso editore, studi di grafica a Urbino e Germania, che ha lavorato per anni a Parigi. Adesso si dividetra Parigi, Livorno e Roma dove ha l’ufficio e gestisce un team di 4 persone: Andrea Barghigiani (un altro livornese, Cmo, responsabile marketing), Eugenio Petullà (Cto, responsabile tecnico), Federico Venditozzi (grafico e videomaker), Christopher Namurach (content editor di madrelingua inglese).

Crowdbooks il Team
Crowdbooks il Team

Stefano, com’è nata questa idea?
«Dopo esperienze con la Diesel e Fabrica, mi sono trasferito e ho lavorato per 15 anni a Parigi come grafico e art director anche per diverse case editrici. Mi sono reso conto che erano moltissimi i progetti editoriali che rimanevano nei cassetti per mancanza di fondi perché gli editori, non sapendo se avrebbero funzionato, non volevano correre il rischio di pubblicarli. Così ho pensato appunto di trovare un sistema per poter raccogliere denaro per produrre libri illustrati di qualità senza alcun rischio».

Esattamente in cosa consiste Crowdbooks ?
«Si tratta di una piattaforma di publishing che utilizza il modello del crowdfunding per finanziare i propri libri. Grazie ad un primo investimento di 80mila euro da parte di LVenture Group e un percorso di 6 mesi presso l’acceleratore Luiss Enlabs a Roma ho costituito un vero team ed abbiamo sviluppato il sito ex-novo, adesso siamo alla ricerca di nuovi fondi per acquisire nuove risorse e scalare rapidamente il mercato internazionale »

Come funziona Crowdbooks?
«Sul sito c’è un processo di application dove gli autori possono iscriversi e mandarci le loro proposte di libro. Se il nostro team li seleziona, perché l’idea è valida e ci piace, valutiamo quanto costa produrre il libro e poi mettiamo on line il progetto e cerchiamo di ottenere il numero minimo di prevendite necessario a poter andare in stampa».

Crowdbooks libri alla portata di tutti
Crowdbooks libri alla portata di tutti

Chiunque cioè può sostenere la pubblicazione del libro…
«Sì, con la particolarità che non ci occupiamo solo dell’intermediazione tra autore e lettore, ma ci occupiamo anche della produzione del libro. L’artista viene remunerato sulla base delle copie vendute, gli facciamo un contratto editoriale. Accompagniamo l’autore in tutto il percorso editoriale e garantiamo agli acquirenti che il libro sia conforme al progetto presentato».

Gestite anche la distribuzione?
«Sì, oltre alle copie pre-vendute, abbiamo come canali librerie e concept store specie all’estero e nelle grandi città. Arriveremo presto anche a Livorno, a tale proposito abbiamo già preso accordi con la libreria Mondadori di via Magenta che venderà i nostri libri. Abbiamo già pubblicato un autore livornese, Daniele Dainelli, e stiamo per pubblicare anche il libro di un altro livornese, il fotografo Martino Chiti, già finanziato, e ovviamente spero anche di altri. Livorno è una città piena di talenti, spesso costretti ad andarsene perché non trovano spazi. Tornando al discorso della distribuzione, tra poco sarà online sul nostro sito anche la parte dell’e-commerce, per vendere cioè i libri on line dopo la fase della prevendita, ovviamente i libri in questa seconda fase saranno più cari perché cerchiamo di privilegiare gli “early adopters”, cioè quelli che comprano prima che il libro sia realizzato aiutandoci cosi a dare vita concreta al progetto».

Quanti progetti avete già realizzato?
«Una decina, raccogliendo circa 100mila euro in pochi mesi. Tutto il denaro raccolto è reinvestito nella produzione del libro. All’autore va una percentuale sulle copie vendute, attorno al 10%. I nostri titoli: Green di Daniele Dainelli, Sunday back home di Milo Montelli, terra Nullius di Viviane Dalles, Land Art di Gilles Tiberghien, Gueule d’Exagone del Collettivo Argos, Shiftless dei Dead Porcupine, You could even die for not being a real couple di Laura Lafon. In fase di stampa per cui in libreria a settembre Supended cities di Martino Chiti, Racconti dal cemento di Zed1 (street art) e Malacarne di Francesco Faraci».

Crowdbooks crowdfounding per i libri
Crowdbooks crowdfounding per i libri

Pubblicate su Crowdbooks in particolare libri di fotografi. Com’è nata la tua passione per la fotografia? Quali sono i tuoi fotografi preferiti?
«Dopo il Cecioni sperimentale indirizzo artistico ho proseguito all’Isia di Urbino ed infine alla Fachhoschule di Augsburg in Germania, lì ho cominciato a studiare anche i grandi fotografi. Sono cresciuto con il mito dei fotografi della Magnum con cui poi ho avuto modo di collaborare a Parigi in quanto sono stato art director dell’agenzia per 5 anni, ma anche di nomi celebri quali Avedon, Mapplethorpe, Newton».

Perchè il vostro sito Crowdbooks è in inglese?
«Il nostro mercato è globale, abbiamo una trazione maggiore in Europa e altri paesi extra Ue, stiamo lavorando duro per espandere l’attività e arrivare quanto prima negli Stati Uniti. I nostri libri hanno sia testi in italiano che in inglese».

Info: https://crowdbooks.com

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L’«eterea» Amazon Books ritorna alla bottega di mattoni

Il gruppo Amazon Books ha aperto due librerie “fisiche” e ne vorrebbe progettare altre 300/400 La strategia? Rendere sostenibile un modello atomizzato: una sola copia di 100mila titoli diversi

Vent’anni dopo aver sparigliato il mercato dei libri, Amazon Books apre, in rapida successione, due librerie in mattoni. E come se non bastasse a sollevare un polverone, corre voce – né confermata, né smentita – secondo la quale il gruppo diventato nel frattempo il più grande bazar online di vendita al dettaglio, sarebbe intenzionato ad aprire 300/400 negozi fisici. Immediatamente si sono scatenate speculazioni e congetture su un improbabile cambio di strategia, ma i timori dei librai rimangono visto che Amazon Books, fino a ieri il nemico numero uno 1, diventa anche uno di loro.

Amazon books
Amazon books

L’incubo ha preso forma a Seattle, città natale del colosso dell’ecommerce ma anche centro urbano con la più alta concentrazione di lettori, con l’inaugurazione lo scorso novembre, del suo primo punto vendita nel centro commerciale U-Village. La start-up che sfruttando la leva gestionale dello “zero scorte” ha costruito il suo successo nell’intermediazione culturale digitale allungando all’infinito la domanda di prodotti di nicchia.

La Coda Lunga

Amazon Books è l’eponimo dell’applicazione della “Coda Lunga”, teoria di marketing che non impone più di inseguire la hit culture: vendere 100 mila copie di un best seller, ma rende sostenibile un modello di vendita atomizzata: una sola copia di 100mila titoli diversi, incoraggiando i consumatori a cercare al di fuori del mondo noto. Questo spirito si ritrova nei 500 metri quadri di legno chiaro del primo Amazon Books dove i seimila volumi sono allineati sugli scaffali con le copertine esposte all’insù per invogliare a sfogliarli, seguendo una disposizione libera senza obblighi di percorso come un invito alla serendipità delle scoperte letterarie. C’è indubbiamente qualche ironia in questo “ritorno alla bottega”. Amazon Books che proprio in virtù della mancanza dei costi di una rete fisica di vendita, è riuscita a praticare una politica di prezzi imbattibili, vuole ora recuperare quell’intangibile valore aggiunto del negozio fisico: la gratificazione di possedere subito l’acquisto e il tocco personale di un libraio preparato. Nella libreria di Seattle i prezzi sono in linea con quelli praticati sul web e il successo di pubblico di questi primi mesi ha spinto a Jeff Bezos a replicare l’iniziativa a San Diego. Amazon Books vende anche l’hardware proprietario come il lettore Kindle, la Fire TV e Amazon Echo l’assistente vocale à la Siri. Sarebbe fuorviante parlare per di rivincita degli atomi sui bit, quanto piuttosto l’intento è quello dei vasi comunicanti. Permettere al cliente di toccare con mano le caratteristiche di dispositivi e parallelamente spingere per l’acquisto online.

Amazon Books
Amazon Books

Le due dimensioni si rafforzano a vicenda. Nel negozio gli avventori sono invitati a interagire con l’online, per esempio, scattando foto dei codici a barre dei prodotti per leggere il parere degli altri consumatori. Tuttavia l’azione sul brand non è spinta all’eccesso: per esempio, nella libreria non si riscontra una promozione parossistica dei volumi editi da Amazon Publishing .

Le classifiche

Tutt’al più appare la classifica dei migliori titoli del 2015 in base alle preferenze espresse dagli utenti di Amazon.com. Altre classifiche classifiche meno scontate sono quella dei “manuali più desiderabili da parte di un cuoco” oppure i consigli dello staff tra cui anche le raccomandazioni di Jeff Bezos che si trova a essere pure il marito di una romanziera. Con disinvoltura il patron di Amazon Books ha presentato Traps , fatica letteraria della consorte, come “un libro che si legge tutto d’un fiato di una scrittrice premiata la quale, casualmente, capita essere anche mia moglie”.

Il ritorno dell’e-book

Quasi defilato c’è un espositore con la scritta “i libri che hanno ispirato le produzioni di Amazon Originals”, perché l’inarrestabile Bezos si è lanciato anche nella realizzazione di serie tv e di film. Jennifer Cast, vice presidente di Amazon Books, assicura che la selezione dei volumi in vendita nel negozio non è guidata esclusivamente dai dati di vendita accumulati online sebbene sia indubbio che forniscono dei parametri commerciali strategici. Il valore aggiunto di Amazon Books rispetto a storiche catene librarie come Barnes&Noble (640 punti vendita) e Book-A-Million (255 punti vendita) è l’intelligence che il sito ricava dai Big Data sui comportamenti di acquisto dei suoi milioni di lettori. Informazioni preziose che permettono ad Amazon Books di abbattere il costo dell’invenduto e sfuggire alla nemesi delle pile polverose delle giacenze. E chissà se poi nella scelta di Amazon di aprire dei negozi reali abbia giocato a favore anche la rimonta dei libri cartacei, fino all’anno scorso dati per spacciati dagli e-book, e che invece sono tornati timidamente a crescere. Più prosaicamente qualcuno considera il vantaggio logistico del luogo fisico come sportello per la raccolta dei resi. Fenomeno che riguarda 38% degli acquisti online.

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La riscossa del libro di carta

Un’indagine recente svela che aumenta la vendita del libro di carta: è passata dai 559 milioni di copie del 2014 ai 571 di quest’anno

Nel gennaio 2012 apparve sul Fatto una rubrica domenicale “Fatti di vita” sui libri digitali. Era un’appassionata difesa del libro di carta, firmata da chi scrive, contro il l’e-book. Un libro, si annusa, si tocca, si dedica, si regala. Un libro svela le pieghe del tempo dedicato, a un libro vengono fatte le orecchie, che rappresentano la bussola che ti dirige e indica a che punto del viaggio ti trovi. Tutte queste cose con l’ e-book, il libro elettronico, non si possono fare. E’ vero, su Internet c’è una libreria immensa, infinita. E’ vero, in un microscopico device ci alloggia un’intera biblioteca. Però, però…” Come spiega Firmino, il topo ‘librofago’ del romanzo di Sam Savage: ‘I buoni libri si divorano,  lasciano il miele in bocca e un po’ d’amaro nelle viscere’. Cosa avrebbe potuto mangiare, il ratto solitario, per sfuggire alla fame? Megabyte?”.

La vendita dei libri di carta nell'ultimo anno è aumentata
La vendita dei libri di carta nell’ultimo anno è aumentata

E COSÌ VIA: senza considerare che, per esperienza diretta, la lettura di un libro digitale lascia alla memoria molto meno rispetto al libro tradizionale. E che sui dispositivi elettronici il libro ha numerosi concorrenti: non parliamo di altri titoli, ma altri dispositivi come app (giornali, giochi, ecc…). Poco tempo dopo quella rubrica sul Fatto Quotidiano è approdato il primo libro in digitale e, dopo l’ubriacatura iniziale da e-book, sul comodino degli italiani sono tornati i libri cartacei (per le ragioni menzionate sopra alle quali si aggiunge la minor affaticamento per gli occhi). Alla fin dei conti è una sorta di compromesso, in tutte le cose va trovato un equilibrio: un po’ carta, un po’ e-book. E questa settimana dagli USA è giunta la conferma del fatto che la fine del libro di carta è stata dichiarata con troppa fretta: una indagine recente condotta da Nielsen ci dice che negli Stati Uniti la vendita di libri di carta è aumentata, ed è passata dai 559 milioni di copie del 2014 ai 571 dell’anno corrente.

Ce lo conferma anche il Corriere della Sera: “Leggendo un sondaggio del Centro di Ricerca Pew, sono sempre di meno nell’ultimo anno gli americani che fanno uso di un e-reader (dal 2011 il calo sarebbe del 50% secondo il New York Times,). Inoltre circa paio di mesi fa la catena britannica Waterstones ha deciso di rinunciare a vendere il Kindle nei propri negozi a causa della scarsità di domansa (definite penose)”. Che siano solo indizi? Probabilmente no: basti pensare che in novembre Amazon ha deciso di aprire la sua prima libreria “fisica” negli Stati Uniti, a Seattle, una libreria che può vantare in catalogo circa 5.000 titoli.

DOPO 20 ANNI il gruppo di Jeff Bezos, che ha dato vita ad un vero e proprio impero grazie alla fortunata formula della libreria universale online e del commercio elettronico, cambia decisamente rotta. Ovviamente il nuovo shop mette a frutto le competenze e le notizie raccolte dal portale sui titoli da evidenziare, individuando i migliori titoli in base alle vendite su internet. Probabilmente è questa la nuova frontiera: una convivenza un equilibrio tra i due formati che hanno potenzialità e usi diversi e che uno non esclude l’altro, ma possono benissimo e senza problema coesistere.

“Il moderno invecchia, il vecchio torna di moda”.

 

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Libri per bambini: non chiamateli piccoli lettori

Bambini e ragazzi trainano una fetta cospicua dell’editoria nazionale dei libri per bambini. Per loro, sotto l’albero, un “sacco” di libri meravigliosi, tra cui anche quelli della Nuova Immagine Editrice

Quando hanno un bel libro fra le mani, soprattutto i bambini più piccoli, sorridono. Poi iniziano a toccarlo, a sfogliarlo, a scoprire un poco alla volta le storie custodite fra quelle coloratissime pagine. E se la favola che avete scelto è particolarmente apprezzata dai piccoli lettori, chiederanno tutte le sere a mamma e papà, per un numero infinito di volte, di farsela raccontare ancora, ancora e ancora. Se questo accade, i vostri bambini saranno in grado di amare anche tante altre belle storie. Che, per fortuna, non mancano sugli scaffali delle nostre librerie. Anzi, mentre il settore dell’editoria in generale piange miseria – anche se c’è stata una ripresa, nel 2014 si registra una perdita di 5 milioni di copie del venduto -, l’unico settore che da anni quasi non conosce crisi è propria l’editoria per ragazzi, i libri per bambini. Nel 2014 – tanto per darvi qualche dato – ha aumentato il
proprio fatturato del 5,7%, mentre le copie vendute sono cresciute del 2,7%, secondo i dati Nielsen forniti durante le Fiera della piccola e media editoria che si è svolta a Roma solo pochi giorni fa. Il segreto del successo? La qualità. Alcuni editori hanno una tale cura per l’oggetto libro che quasi verrebbe voglia di regalarli anche agli adulti!

Libri per bambini - Disegno di Elena P. - riproduzione riservata
Libri per bambini – Disegno di Elena P. – riproduzione riservata

E ora che le Feste si avvicinano, non sarebbe male infilare nella capiente sacca di Babbo Natale anche qualche bel volumetto. Ma quali scegliere? Cominciamo dai classici. Da un libro prezioso e necessario: Grimm. Tutte le fiabe. Prima edizione integrale 1812-1815. Lo manda in libreria la casa editrice Donzelli, a cura di Camilla Miglio (pagine 667, euro 35,00), con 24 tavole di Fabian Negrin. Dentro ci sono bel 156 storie orginarie raccolte dagli stessi Grimm 200 anni fa: sono storie molto semplici e dirette, più vicine al popolo, perfette per essere lette ad alta voce, perché si presentano nella trascrizione che fecero i fratelli Grimm sulla base dei racconti ascoltati accanto ad un focolare o in un giardino. E pensare che quando i Grimm pubblicarono le loro prime fiabe, mai avrebbero immaginato che Cappuccetto Rosso, Raperonzolo o Hansel e Gretel avrebbero avuto un tale successo. In questo volume la fantasia non ha confini e per raccontarci di re, regine, contadini o animali anche attraverso il disegno si serve di uno dei più bravi illustratori che abbiamo in Italia: Fabian Negrin. Ad illustrare, invece, l’Eneide, pensata per i più piccoli dalla scrittrice Carola Susani per la Nuova frontiera junior, è Rita Petruccioli, che ripercorre i dodici libri del poema epico virgiliano “commentando” con le immagini le avventure del bello Enea, sbarcato sulle coste laziali per fondare la città nuova che gli era stata predetta (pagine 95, euro 17,00) .

Ma in alcuni casi l’immagine può addirittura fare a meno delle parole, come dimostra un bel volume pubblicato dalla casa editrice Gallucci – Che cos’è questa cosa? – di due importanti grafici e illustratori: Guido Scarabottolo e Andrea Rauch (euro 13,00). Un libro perfetto per i bimbi che ancora non leggono tanto bene ma capiscono le figure. In fondo bastano tre parole per scrivere una storia: mah, boh, no. Per i bambini che un po’ più grandi invece (diciamo dai quattro anni in su), sempre la casa editrice Gallucci, propone un libro bellissimo: Il flauto magico di Pierre Coran e Charlotte Gastaut, dall’opera di Mozart (traduzione Alessandro Marcigliano, euro 15,00). La storia d’amore di Tamino e Pamina probabilmente la conosciamo tutti, ma è un libro che siamo certi vi sorprenderà.

A proposito di storie che tutti noi conosciamo non poteva mancare tra gli scaffali delle librerie il tanto amato Pinocchio. Ma attenzione, se del personaggio di Collodi conosciamo vita, morte e miracoli, ben poco sappiamo del paese e dell’albero di provenienza. Ci pensa Alessandro Sanna in Pinocchio prima di Pinocchio (Orecchio acerbo, pagine 64, euro 17,50) a raccontarci tutto. Non si sa con precisione se abbia preso spunto dall’asteroide a Pinocchio dedicato, quel che è certo è che l’ha presa alla lontana… dal big bang. I tratti del carattere del burattino di legno, però, sono inconfondibili e tutte le tappe della storia futura sembrano predestinate, con un finale che lo riconduce alla natura da cui ha preso vita. E quel naso lungo lungo che fine ha fatto,direte voi? Per scoprilo, a questo punto, non vi resta che leggere il libro. Parente stretto della casa editrice Orecchio acerbo è la raffinata Else edizioni, un laboratorio artigianale di editoria serigrafica nato nel 2010 dall’incontro tra persone provenienti da diversi paesi. Else realizza albi illustrati e prodotti fatti a mano, in serie limitate, con materiali ecologici, frutto della creatività e della cultura del gruppo.
Fresco fresco di stampa è Famiglie, illustrato da Mirian Farkas (pagine 24 a colori, 24 in bianco e nero, euro 30,00), storie di donne di uomini alla ricerca della propria identità, storie dal mondo di famiglie che resistono. Un libro da conservare e da maneggiare con cura tanto è bello e delicato.

Se invece cercate un libro che faccia divertire i bambini come se avessero tra le mani un giocattolo ecco il volume che fa per voi: Vivere in un castello di Brigitte Coppin e Deborah Pinto (pagine 20, euro 15,90), pieno di alette e inserti da sollevare o ruotare che svelano come si vive in un castello medievale, raccontando di signori feudali e cavalieri, tornei e assedi, di come si aziona il ponte levatoio o si salgono le scale che portano in cima alla torre. E per i più piccini c’è anche Toc! Toc! Dov’è il mio orsetto? di Kaori Takahashi (Donzelli, pagine 24, euro 15,00) , un libro-gioco che si srotola tutto come un tappeto magico!

Un’altra magia la fa stavolta Il giardino di Matisse di Samantha Friedman e Cristina Amodeo (euro 19,90), nato dalla collaborazione tra Fatratrac e il Moma. Il libro, infatti, è il primo volume della nuova collana dedicata all’arte per i ragazzi e affronta il tema del collage in Matisse attraverso l’illustratrice italiana Amodeo. Dentro ci trovate anche otto riproduzioni di opere di Matisse da utilizzare come preferite. Chiudiamo con due libri per i maschietti, due storie di calcio: Klaus e i ragazzacci di David Almond (Sinnos, pagine 61, euro 9,00) e Il calcio del campetto di Mauro Maranto e Stefano Intini (Gallucci, pagine 92, euro 12,90).

Topolina Superbrain
Topolina Superbrain

Libri per Bambini: Nuova Immagine Editrice

Anche la Nuova Immagine Editrice, quest’anno ha puntato sull’editoria per ragazzi e i libri per bambini. Grazie alla collaborazione fra la storica casa editrice senese e la bravissima Elena P. sono nati due pregevoli pubblicazioni; l’ormai famoso “La vera storia dell’orsetto viaggiatore perduto in Siena” pubblicato in ben tre lingue, italiano, francese ed inglese, e l’ultimo arrivato “Topolina SuperBrain conta i mesi” libro pensato per i più piccoli, che possono imparare a contare e conoscere i mesi grazie alla simpatica Topolina. La NIE ha anche pubblicato un calendario dedicato ai più piccoli dal nome “L’Anno Suonato”, un calendario, oltre che bello, divertente e utile con il quale i bambini e le bambine potranno imparare a conoscere gli strumenti musicali più strani come l’ottavino, le campane tubolari e il didgeridoo.

Il mondo dei libri per bambini è vastissimo, tocca solo a voi scegliere!

 

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Editoria scientifica tra ricerca e divulgazione

Editoria scientifica: all’Università di Siena si è svolto un seminario molto apprezzato e partecipato

Lunedi 7 dicembre presso il Dfclam dell’Università di Siena si è tenuto un seminario dal titolo “L’editoria scientifica tra ricerca e divulgazione”. L’evento è stato realizzato in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Toscana, il Gruppo Stampa Autonomo di Siena, la rivista Progressus e il Warburg Italia. Sono intervenuti Andrea Sbardellati, presidente del Gruppo Stampa Autonomo di Siena, Laura Neri, editore della NuovaImmagine Editrice, e GiacomoZanibelli, direttore responsabile della rivista Progressus.

scienza
Editoria scientifica

Andrea Sbardellati ha moderato la discussione e ha sollecitato la partecipazione dei corsisti, che sono intervenuti con domande e richieste di approfondimenti e si sono dimostrati molto interessati agli argomenti trattati.

Giacomo Zanibelli ha parlato del contributo della figura del giornalista all’editoria scientifica e dell’evoluzione del concetto di divulgazione scientifica nel tempo. E’ stata sottolineata l’importanza del ruolo dell’Anvur, Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca, per la definizione delle caratteristiche dei contributi di tipo scientifico e per il giudizio dell’attendibilità di questi.
Il mondo accademico, in un recente passato, non guardava con favore alla divulgazione, intendendola come mancanza di scientificità e sottolineandone la distanza dalla ricerca scientifica vera e propria. Oggi invece la divulgazione scientifica viene intesa come un’attività di comunicazione che si pone come obiettivo principale quello della circolazione, presso un pubblico più ampio possibile e costituito da non specialisti, delle informazioni di tipo scientifico. Il divulgatore scientifico dovrebbe perciò raccontare in maniera chiara e semplificata i contenuti della ricerca, destando curiosità intorno ad essa e introducendo il lettore ad alcune tematiche, trattate in maniera piuttosto generica. Sarà poi il fruitore a scegliere se approfondire o meno determinati argomenti consultando successivamente dei testi specifici.

La divulgazione può essere intesa come un processo di mediazione che presuppone la conoscenza del destinatario. Essere preparati sull’argomento scelto non è sufficiente ad una buona riuscita di un’opera divulgativa se non la si sa adattare ad un determinato pubblico; questo lo aveva inteso già negli anni Trenta Arnaldo Momigliano ponendosi la questione dell’ “uso pubblico della storia”, studiando il rapporto tra cultura e società e denunciando il disinteresse degli storici nella diffusione delle proprie idee. Secondo Momigliano gli accademici erano più interessati agli studi monografici
e si dimostravano diffidenti verso una diffusione che uscisse dai canoni del linguaggio scientifico.

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Laura Neri, portando come esempio la sua esperienza di editore per la rivista Progressus, ha parlato delle varie fasi di elaborazione di una rivista scientifica, un lavoro complesso che va ben oltre l’impaginazione dei vari contributi. L’impegno della redazione comincia con l’impostazione di una
scaletta dei saggi e degli articoli che compariranno nei numeri seguenti. Gli autori sono chiamati a firmare una liberatoria nella quale si impegnano a fornire uno studio originale, facendo in modo che sia il gruppo editoriale che i collaboratori siano messi al sicuro dal rischio di plagio.

 

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