La genetica degli etruschi: origini e mistero

Un recente studio sulla genetica degli etruschi, getta nuova luce su una delle popolazioni più enigmatiche di sempre

 

Gli etruschi, civiltà sorta nell’VIII secolo avanti Cristo, non venivano dall’Oriente, ma erano autoctoni. E il loro Dna è ancora presente, identico a quello di 2.500 anni fa, in alcune popolazioni toscane. Sono le conclusioni di uno studio che, grazie alla genetica degli etruschi, apre nuovi scenari su uno dei popoli più misteriosi della storia.

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Da anni Guido Barbujani, docente di genetica all’università di Ferrara e David Caramelli, docente di antropologia dell’università di Firenze, si interrogano – insieme a diversi storici e archeologi – sulle vere origini degli etruschi e su cosa sia successo a questa misteriosa civiltà dopo la scomparsa della loro lingua. Fin dall’antichità le ipotesi sulle loro origini sono fondamentalmente due: quella riportata da Erodoto e da Dionigi di Alicarnasso, il primo parlò di una migrazione dalla Lidia, cioè dall’Anatolia, in seguito a un evento epocale come una grande carestia (un’ipotesi, questa, poco credibile secondo gli archeologi, in quanto non si hanno testimonianze che all’epoca potessero migrare intere popolazioni). Il secondo, invece, sostenne che gli etruschi fossero una popolazione già stanziata in Italia da molto tempo.

La genetica degli etruschi: mistero sulle loro origini
La genetica degli etruschi: mistero sulle loro origini

Già nel 2007, il team di ricerca Barbujani-Caramelli sposò la teoria di Dionigi, e iniziò a studiare la genetica degli etruschi. Analizzando il Dna antico mitocondriale, questo risultò essere non del tutto equivalente a quello delle popolazioni che abitavano nelle zone dove, storicamente, si trovavano gli insediamenti etruschi più importanti. Nel Dna dei resti trovati nei sepolcri della Toscana, di Adria e Capua, in altre parole, non venne riscontrata somiglianza genetica totale con toscani, adriesi a capuani moderni.

Somiglianza che, invece, ci si sarebbe aspettato di trovare se questi ultimi fossero stati davvero i discendenti dei primi. Ma i dubbi e, soprattutto, la voglia di conoscere di più la genesi di questo popolo enigmatico, hanno indotto i due ricercatori ad approfondire e perfezionare negli anni la ricerca. Fino a uno studio più recente che ha portato a conclusioni molto più chiare, sia da un punto di vista genetico che storico.

Studi recenti sulla genetica degli etruschi

La civiltà etrusca è documentata in Etruria dall’VIII secolo avanti Cristo ed è confermata da una cultura, da una lingua non indoeuropea e da un alfabeto di derivazione greca. La disponibilità di rame e di ferro e l’abilità nella navigazione sono i principali fattori che hanno portato all’espansione etrusca su un’ampia zona dell’Italia centrale nel VI e nel V secolo avanti Cristo. La dominazione espansionistica romana, poi, ne causò un declino dell’influenza politica e, a partire dal I secolo avanti Cristo, la lingua scomparve da ogni testimonianza archeologica. La nuova ricerca conferma i dati acquisiti nel 2007 e dimostra anche che gli etruschi in Italia rappresentano un’unica popolazione biologica: non avevano in comune, in altri termini, solo una lingua e una cultura, ma anche un gruppo di antenati.

Gli specifici test statistici che hanno comparato il Dna antico etrusco con quello contemporaneo della popolazione toscana, hanno permesso di verificare se e dove il primo codice genetico possa essere considerato l’antenato diretto del secondo. Si è visto che alcuni toscani, quelli del Casentino e di Volterra soprattutto, conservano tracce riconoscibili dell’eredità genetica degli etruschi. Tratti di Dna identici a quelli documentati 2.500 anni fa. Alcuni toscani, però. Non certo tutti: in un’altra località ricca di reperti etruschi, Murlo nel Senese, e a Firenze, non si sono trovate tracce di un’eredità biologica. La maggior parte dei toscani di oggi discende da differenti antenati, quindi, immigrati in un momento successivo il che dimostra come popolazioni separate anche da pochi chilometri possono avere una storia molto diversa.

Una coppia di coniugi etruschi ritratti sul loro sarcofago.
Una coppia di coniugi etruschi ritratti sul loro sarcofago

Dalle genetica degli etruschi, possiamo capire quali sono le loro origini?

Il confronto con il Dna proveniente dall’Asia dimostra che fra l’Anatolia e l’Italia ci sono state migrazioni, ma che sono avvenute migliaia di anni fa, nella preistoria e, dunque, non hanno rapporto con la comparsa della civiltà etrusca nell’VIII secolo avanti Cristo. Questo smentisce – secondo Barbujani – l’idea di un’origine orientale degli etruschi, intesa come quella di civiltà evoluta che, invece, si è sviluppata in Italia da un gruppo autonomo. Questi risultati sono stati possibili mettendo insieme discipline diverse: genetica, antropologia biologica e paleontologia. Utilizzando tecnologie di sequenziamento di ultima generazione i ricercatori sono riusciti a recuperare informazioni genetiche da molecole di Dna provenienti da campioni vecchi più di 2.000 anni.

La genetica degli etruschi: Metodologia da perfezionare

Barbujani e Caramelli sono stati fra i primi scienziati a coniugare genetica e antropologia per lo studio del Dna di una popolazione europea del passato. Come si sviluppa questo tipo di ricerca? La base dell’indagine è scegliere con cura i reperti archeologici, isolarne e descriverne il codice genetico, confrontarlo con quello delle popolazioni moderne e, poi, sulla base delle somiglianze che emergono, verificare se le ipotesi sulle loro origini siano o no compatibili con l’evidenza genetica. Gli studi anatomici tradizionali sono utili quando si confrontano creature molto diverse, ad esempio i Neanderthal e i Cro-Magnon, ma non ci dicono molto sulle relazioni fra popolazioni vicine. Innanzitutto perché le condizioni ambientali, l’alimentazione, l’attività fisica modificano rapidamente la struttura ossea. Poi, perché la forma del nostro scheletro e del cranio dipendono dall’azione di tantissimi geni che hanno tra di loro iterazioni molto complesse. Per cui le analisi delle ossa degli etruschi avevano portato a concludere che in linea di massima erano simili a quelle di tutte le popolazioni che vivevano lì intorno. Con il codice genetico, invece, c’è meno soggettività. Ma per molti anni c’è stato un limite: si poteva studiare solo una regione, il Dna Mitocondriale, cioè quello contenuto nei mitocondri. In questo modo, e fino a pochi anni fa, era impossibile confrontare dati relativi a geni diversi e capire se dicessero la stessa cosa. Tuttavia, per quanto limitati, i dati genetici mitocondriali hanno offerto per anni l’unica opportunità di comprendere come erano e come si sono evolute le popolazioni del passato.

Città e Necropoli d'Etruria
Città e Necropoli d’Etruria

Intoppi e soluzioni possibili grazie alla genetica degli etruschi

Con il Dna antico il principale problema è il rischio di contaminazione.
Generalmente il codice genetico tratto da reperti fossilizzati è in cattive condizioni, per il naturale deterioramento delle molecole biologiche, più rapido se il luogo è umido. Il primo animale di cui è stato analizzato il Dna antico è un quadrupede estinto, il quagga. Con gli animali capita di estrarre codici genetici ‘estranei’ dalle ossa, ma se c’è stata contaminazione è anche facile individuare quello degli archeologi che hanno disseppellito i resti e dei tecnici di laboratori che lo hanno toccato. Per l’uomo la situazione è più complessa: il Dna del campione e quello del potenziale contaminante non sono distinguibili. Nella recente ricerca, l’applicazione di tecnologie di sequenziamento di nuova generazione (Next generation sequencing, Ngs), nell’ambito della paleontologia ha permesso di recuperare informazioni genetiche da molecole di Dna di campioni più antichi di 2.000 anni. Questo approccio a elevata risoluzione e resa, ha consentito agli studiosi di discriminare bene le molecole endogene del Dna mitocondrialedei campioni etruschi.

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1 pensiero su “La genetica degli etruschi: origini e mistero

  1. Li Etruschi lo loro paese si chiamava Rsn detto Rasenna, non e questo. Rsn in lingua akkadica vole dire “il paese delle teste”, Resh testa. Il paese delle Teste sonno la Corsiga e la Sardegna;
    La letura si fa da destra a sinistra. Populonia in etrusco : Pupluna, vuole dire : il paese (NA) dove comminciano (PU : sorgente, pozzo) lu lupu.
    Come l’isola d’Elba, sono li Corsi chi li danno nome perche solo elli vedono l’ALBA. Come Virgilio dice : Mater Aricia, dove ce un lago detto di Diana, E in Aleria citta etrusca.
    Grazie per le sue attenzione

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